Appendice B

Lettere di Mazzarino a Giannettino Giustiniani (1647-1660)
3d. Anni 1657-1660


47) AAE, MD, France 273, c. 288. Parigi, 11 gennaio 1657

Ho ricevuta una lettera di Vostra Signoria delli 5 maggio[85] con la figura del Re, et il discorso sopra gl’accidenti a quali inclinano le stelle Sua Maestà: la fatica è bella e diligente, e se gl’eventi corrisponderanno al [?] delle direttioni non meritarebbe il nome dell’autore essere nelle tenebre. Io la farò vedere al Re, e si darà alla sola cortesia di Vostra Signoria tutto il merito di questo studio[86].

48) AAE, MD, France 273, cc. 322-323. Parigi, 16 marzo 1657

Con la lettera di Vostra Signoria delli 17 di febraro[87] ricevo quella del signor Benedetto Cittadini, e la ringratio del recapito. Con un’altra[88] delli 24 sento lo svaligiamento del corriero di Lione, sopra di che le scriverò al marchese di Carazena, et al conte di Fuensaldagna[89] in buona forma.

Circa il signor duca di Mantova posso dire a Vostra Signoria che tutte le voci che corrono di Sua Altezza sono false, e noi non potiamo sin’hora dolercene in parte alcuna.

Intendo con mio particolar compiacimento che venghi generalmente approvata la restitutione della cittadella di Torino, ma mi meraviglio che come si riflette hora in questa, non si faccia il medesimo di tante altre piazze, e si può dire di tutto il Piemonte, che habbiamo reso con buona fede al signor duca di Savoia. Sarebbe cosa più singolare ne Spagnoli che ritengono volentieri ciò che hanno una volta nelle mani, ma la Francia è stata sempre più solita di donare più tosto il suo, che prendere quello d’altri.

49) AAE, MD, France 273, c. 365. Aberville, 25 maggio 1657

Queste poche righe serviranno solo per accusare a Vostra Signoria la ricevuta delle sue lettere sino all’ultima dello 5 del presente mese[90], e per rallegrarmi seco del sollevamento ch’ella sente del suo lungo mal di gotta.

Il Re si ritrova in viaggio per cominciare la campagna da questa parte, e se la fortuna secondarà i nostri disegni, dobbiamo havere buona speranza del successo delle nostre armi, e con tutto che in Italia i Spagnoli habbino così gran abbondanza di danari, credo però che noi saremo assai forti per conservare almeno Valenza.

50) AAE, MD, France 273, c. 379. La Fère, 16 giugno 1657

Accuso a Vostra Signoria la ricevuta delle sue lettere sino alli 25 maggio[91], e non occorrendomi hora repplicarle altro mi contenterò di darle avviso dell’assedio di Montemedy intrapreso solo dal marescial della Feria[92]. Questa è una piazza assai forte e considerabile, che metteva in contributione una gran parte della Champagna e Lorena, e che darà a noi un gran piede nel Luxembourgh se la prendiamo. Non sappiamo ancora se gl’inimici prenderanno rissolutione di soccorrerla, mentre il marescial di Turena[93] si trattiene col suo essercito da questa parte pronto a prendere qualsivoglia risolutione.

51) AAE, MD, France 273, cc. 435-436. Metz, 25 settembre 1657

Quanto più è stato grande e pericoloso il contaggio in Genova, tanta maggiore è stata l’apprensione ch’io ho havuta della persona di Vostra Signoria. Hora che (Dio gratia) va cessando il male, succede al timore il contento di sentirla sana e con quella salute che io le desidero e prego dal Cielo per lungo tempo.

Il successo ch’ha havuto il successo d’Alessandria non mi è arrivato nuovo, perchè al mio giuditio non era impresa da tentarsi con le nostre forze. Il pensiero però era così grande e così rovinoso allo Stato di Milano che l’haverlo solo tentato merita gran lode.

In Fiandra le nostre cose sono caminate con maggior prosperità, e tuttavia il marescial di Turena va continuando i suoi vantaggi verso il mare, mentre il Re si trattiene in questa città per sentire più d’avicino le nuove d’Alemagna. E a Vostra Signoria prego.

[Nota a margine: "di mano di S.Em.za"] Con cui mi rallegro con tutto il cuore vedendo ch’ella gode una perfetta sanità tra le malatie e le morti, e la prego di credere che non ha amico né servitore che prenda maggior parte, et s’interessi più di me nelle cose che la riguardano.

52) AAE, MD, France 276, cc. 62-64, Parigi, 7 febbraio 1658

Questa mia sarà solo per accusare a Vostra Signoria la ricevuta di quattro sue lettere, che mi sono giunte in un medesimo tempo, sotto la data de 25 novembre, 27 e 29 dicembre et primo di gennaro[94], alle quali tutte non ho che rispondere se non rallegrarmi della ricuperata salute di cotesta città, e che per il concorso di nuova gente non sia per sentire alcun pregiuditio della plebe che vi è morta.

Se si dovranno far ripassare i corrieri per cotesta strada Vostra Signoria ne sarà avvisata, ma come il camino per lo Stato di Milano è il più antico, et i corrieri vi trovano la loro sicurezza, mentre al contrario quando passavano per i confini di diversi prencipi erano ben spesso svaligiati, io non so se vorranno cambiare strada.

Havranno sentito costì l’alloggiamento delle truppe di Sua Maestà nel Cremonese, e Mantovano, e quando il signor Duca di Modena non havesse fatto altro in questa campagna, sarà sempre di gran consideratione e conseguenza l’haver fermato il nostro essercito in Italia.

Sento il debito che Vostra Signoria ha col Balbi, e procurerò di fare che il Re glielo paghi. Ringratio Vostra Signoria della cortese offerta che mi fa per la monaca mia sorella, ma ella non pensa più di muoversi di Roma, né io voglio obligarla a perdere la sua quiete.

53) AAE, MD, France 276, cc. 90-91. Parigi, 5 aprile 1658

Accuso a Vostra Signoria la ricevuta della sua delli 7 di marzo[95], che vuol dire nello spatio quasi di un mese, che perciò si è scritto all’ambasciatore di Torino di procurare lo stabilimento di un pedone.

Nonostante l’attestatione che Vostra Signoria mi fa della ben fondata proposta di fare trovare tesori in questo Regno, mi dia licenza ch’io gli presti poca fede: i cervelli francesi sono più sottili de genovesi nel trovare danari e con tutto ciò di cento propositioni che si fanno ogni giorno non ve n’è una praticabile. Quello che riuscirebbe in Spagna non riesce in Francia, ove bisogna havere un perfetto conoscimento della qualità del paese, dell’humore delle genti, delle massime de Parlamenti [?], de i privilegii della Nobiltà e di molte altre cose che un straniero non può sapere. Non di meno, se cotesto gentilhuomo è così certo nelle sue propositioni, può venirsene allegramente, senza aspettare danari, con sicurezza d’essere sentito volentieri e di non essere ingannato, overo mi mandi le sue propositioni, ch’io gli dò parola et impegno la mia fede che non le communicherò a chi si sia se non doppo che saremo restati d’accordo.

L’altra propositione, del signor Ippolito Centurione[96] è più solida, ma troppo generale: bisogna sapere che cosa pretende per le due galere sue e che cosa intende, e pretende, per armare le altre a spese del Re, e doppo questa distinta proposta si risponderà precisamente, dichiarandoli fra tanto che in questo Regno non vi può essere che un generale delle galere, che è il duca di Richelieu che è una carica che non se gli può levare, ma potrebbe ben essere luogotenente generale delle sudette sei galere, le quali sarà bene anco di sapere dove egli intende di tenere.

Assicuro Vostra Signoria che il conte d’Ognate non anderà in Italia, havendo egli fatto un viaggio all’altro mondo, di dove non tornerà così presto.

54) AAE, MD, France 276, c. 115. Amiens, 3 maggio 1658

Mi è piacciuto d’intendere quello Vostra Signoria mi scrive circa la facilità dell’impresa da lei proposta, la quale non solamente io non riprovo, ma scrivo al signor duca di Mercurio, che ancora è a Parigi, di applicarvi l’animo e d’intendersene con Vostra Signoria.

Quando Vostra Signoria mi fa qualche propositione bisogna che descenda più a i particolari, perchè consumandosi gran tempo nelle risposte, si perdono le opportunità delle congionture. Per rissolvermi alla compra della galera che Vostra Signoria mi propone mi doveva mandare una nota distinta dello stato di essa, e del prezzo che se ne pretende, e se il padrone di detta galera, ritenendosene il dominio e trattenendola a sue spese, servirebbe il Re con essa personalmente o per mezzo di un suo luogotenente, e con qual stipendio.

55) AAE, MD, France 276, c. 294-295. Lione, 27 novembre 1658

Ricevo la lettera di Vostra Signoria delli 18 novembre[97] nel punto che arriva in questa città Madama Reale di Savoia[98], con le principesse sue figlie, onde mi basterà per hora di dirle che io ricevei in Calais due lettere del signor Giulio Spinola e feci loro risposta, né havrei lasciato di fare cortesia a cotesto gentilhuomo, che ha merito con questa Corona.

Gl’avvisi che Vostra Signoria mi dà che Carazena vada a Milano, che Pigneranda[99] ritorni in Fiandra, e che il Badajos sia preso, hanno poco fondamento (se non m’inganno), et io posso assicurarla che l’assedio si levò molti giorni sono, rissolutione molto accertata, perchè si sono ritirati senza perdita doppo havere fatto spendere a Spagnoli un thesoro per mettere insieme il soccorso.

Io desiderarei di rivedere Vostra Signoria et abbracciarla, ma non vedo di poter havere questo contento, mentre non pare che il Re habbia necessità di andare in Provenza.

56) AAE, MD, France 282, cc. 17-18. Lione, 9 gennaio 1659

Invio a Vostra Signoria il dupplicato della lettera che io scrissi di Calais al signor Giulio Spinola, col quale potrà assicurarlo che io non mi scordo così di leggieri delle persone che s’impiegano per il servitio di questa Corona. Le mando ancora la lettera ch’ella desiderava per il signor duca di Modena per corroborare maggiormente ciò ch’ella potrà dirli d’affettuoso e di partiale in nome mio.

La Corte se ne ritorna a Parigi, dove giunto che io sia, mi pigliarò pensiero del figlio di Vostra Signoria, e lo farò di una maniera ch’ella sarà persuasa che se non l’ho veduto sin’hora non è stato per mancanza d’affetto, ma per l’infinite occupationi che non mi lasciano fare alle volte quello io desidero; quello si differisce però, non si toglie, massime da me che amo la persona, Casa et interessi di Vostra Signoria.

57) AAE, MD, France 282, cc. 45-46. Parigi, 14 febbraio 1659

Se il signor conte di Fuensaldagna dovrà continuare nel governo dello Stato di Milano, io pregarò il Cielo che ogn’anno sia dal suo Re honorato con una lettera simile a quella che Vostra Signoria mi dice havere egli ricevuta e partecipato con tanto giubilo a molti offitiali dell’armata di Spagna.

Ho inteso per via di Roma ancora l’arrivo colà del figlio del signor Ugo Fieschi e la benigna dispositione che ha incontrata nell’animo del Papa; io ne godo assai, come amico particolare di quella Casa, verso la quale conservo affetto e stima grande.

Il povero monsignor Grimaldi passò a miglior vita non senza meraviglia, che un giovane così robusto e forte sia mancato nel fiore de suoi anni: compatisco il signor cardinale Grimaldi, che l’amava assai, e che lo riguardava come successore delle proprie virtù.

58) AAE, MD, France 282, c. 51. Parigi, 21 febbraio 1659

Solo per comprobare a Vostra Signoria il gusto ch’io ricevo dalle sue cortesi lettere faccio queste righe, le quali portano un vivo ringraziamento del pensiero ch’ella si prende di raguagliarmi di tutte le cose che arrivano alla notitia di lei, et insieme una piena sicurezza del mio affetto, che le confermo con tutto il cuore; la prego di continuarmi il suo.

59) AAE, MD, France 282, c. 99. Bois de Vincennes, 11 aprile 1659

Mi rallegro con Vostra Signoria di sentirla sul fine della gotta, essendo questa una compagnia che il disfarsene più prontamente che si può è sempre meglio, e piacesse a Dio ch’ella potesse farlo una volta per sempre.

E’ verissimo l’accomodamento del signor duca di Modena, a cui non solo ha bisognato essortare la neutralità, ma è stato necessario che il Re (per così dire) gli commandi di accettarla, tanto Sua Altezza era fissa nel servitio di questa Corona, la quale quando può contribuire all’avantaggio et alla quiete dei Prencipi suoi amici non lascia di farlo per ragioni particolari. So che Vostra Signoria approverà questa rissolutione di Sua Altezza perchè li professa un’affettuosa divotione.

60) AAE, MD, France 282, c. 100. Parigi, 18 aprile 1659

Quando la gotta di Vostra Signoria finisce, la mia comincia a travagliarmi; voglio però sperare che non sia per essere al solito rigorosa, mentre la stagione è buona. Vostra Signoria sa per esperienza che fra dolori non si può pensare a cose vane, però circa i velluti aspettaremo che le congionture siano migliori.

61) AAE, MD, France 282, cc. 118-119. Parigi, 9 maggio 1659

Scrivo solo a Vostra Signoria per accusarle la ricevuta della lettera che mi ha trasmesso per parte del signor conte di Fuensaldagna, perchè nel resto non havendo che rispondere alla sua cortese delli 22[100], le auguro per fine ogni compita felità.

[Nota a margine: “di mano di S. Em.za”] Vedendosi ben incaminata la negotiatione della pace, il Re ha consentito ad una sospensione d’armi generale per due mesi, acciò le attioni di guerra non turbino o ritardino la conclusione della pace, et dimani si spediranno corrieri da per tutto per publicarla: ho voluto darne questo cenno a Vostra Signoria, et assicurarla nell’istesso tempo che non dimenticarò li suoi interessi.

62) AAE, MD, France 282, c. 125. Bois de Vincennes, 23 maggio 1659

Queste due righe saranno solamente per accusare a Vostra Signoria la ricevuta dell’ultima sua sotto li 6 del corrente[101], e per augurarle un’intiera salute, come godo io doppo essermi sgravato d’alcuni calcoli.

63) AAE, MD, France 282, c. 128. Bois de Vincennes, 30 maggio 1659

Non obligandomi la lettera di Vostra Signoria delli 13 del corrente[102] a precisa risposta, mi contentarò con questa d’accusarnele solamente la ricevuta, ringratiandola delle nuove che mi dà, et offerendomile di tutto cuore, resto col pregare a Vostra Signoria dal Cielo ogni bene.

64) AAE, MD, France 282, c.147. Parigi, 20 giugno 1659

Il prepararmi alla partenza verso Baione che seguirà fra tre o quattro giorni non mi lascia campo di scrivere molto; precederà questo mio viaggio di qualche settimana quello del Re, per havere tempo di potere, in un abboccamento che si dovrà fare fra il signor Don Luigi d’Haro e me, aggiustare in maniera le cose che Sua Maestà trovi il tutto disposto all’effettuatione de suoi santi pensieri. Confesso d’intraprendere questo camino con gran mio gusto, sperando che n’habbia a rissultare alla Christianità il bene tanto sospirato della pace. Così benedisca Dio le mie intentioni, mentre già resto pregando il Cielo che concedi a vostra Signoria.

65) AAE, MD, France 282, cc. 155-156. Amboise, 2 luglio 1659

La continuatione del mio viaggio verso Baione non mi lascia altro tempo che di accusare a Vostra Signoria la ricevuta delle sue lettere delli 10 e 17 del caduto[103], con ringratiarla delle nuove che mi va continuando. Quella però del matrimonio di mio nipote con la figlia del signor Don Luigi d’Haro è pura immaginatione di quegli ingegni che regolano a capriccio loro le cose d’ognuno, e Vostra Signoria può essere certa che né il signor Don Luigi, né io vi habbiamo pensato, né poco, né molto.

E’ stata molto a proposito l’intimatione fatta da Vostra Signoria al Vicario Generale de Padri Minimi di S. Francesco di Paola, poichè havendo il Re occasione di crederlo poco ben inclinato al servitio di questa Corona, non è giusto ch’egli si faciliti i modi di diservire Sua Maestà con la sua venuta in Francia.

66) AAE, MD, France 282, c. 324, Dax, 21 luglio 1659.

Ringratio Vostra Signoria della continuatione degli avvisi portatimi dalla sua del primo luglio[104], fra quali è stato per me novissimo quello del matrimonio di una mia nipote col Re d’Inghilterra, pura favola di quelle persone che regolano le cose del mondo con la sola misura del loro cervello.

Il viaggio, che io vado proseguendo senza perdita di tempo, non mi permette di soggiungerle d’avantaggio, oltre di che da hieri in qua, cadutami un poco di flussione in un ginocchio, non godo tutto quel riposo che mi bisognarebbe fra l’altre incommodità del viaggio, e della stagione, onde Vostra Signoria si contenti che io finischi con augurarle da Dio ogni contento.

67) AAE, MD, France 282, cc. 275-276. S. Jean de Luz, 8 novembre 1659

La lettera di Vostra Signoria delli 14 del passato[105] non mi porta avviso alcuno, quando io havevo di che ricompensarli con la mia nuova della sottoscrittione della pace e degl’articoli matrimoniali tra il Re et la Serenissima Infanta, che seguì nella conferenza di hieri. Queste sono quattro righe, ma contengono assai per chiudere la bocca a quelli che si sono affaticati tanto a persuadere che non si farebbe la pace, massime nelle mani di Vostra Signoria che con tanto affetto s’interessa nelle cose di questa Corona, onde senza diffondermi d’avantaggio resto, pregando Dio che le conceda il compimento d’ogni felicità.

68) AAE, MD, France 285, c. 63. Aix, 20 gennaro 1660

Siamo in Aix da sabato in qua, e vi staremo sin tanto che si avvicini il tempo di ritornare a S.Giovanni di Luz per ricevere la Serenissima Infanta.

Ho ricevute tutte le lettere di Vostra Signoria sino alli 6 del corrente[106], ma non ho risposto ogni ordinario, impedito dal moto continuo del viaggio. E questa volta ancora mi basterà di farle sapere che può tirare lettera di seimila lire sopra i Ronsampieri (?) di Lione, acciò ella riceva più volontieri l’augurio che io le faccio di un buon anno, in cui prego Dio che le conceda il compimento di quelle contentezze che sa desiderare.

69) AAE, MD, France 285, cc.71-72. Aix, 31 gennaio 1660

Con l’ordinario passato scrissi a Vostra Signoria che stavano per lei in Lione seimila franchi, e che ne poteva far tratta a Ronsampieri (?); repplico il medesimo con quest’ordinario per maggior cautela, assicurandola d’avantaggio ch’io non mi scordarò ancora di suo figlio.

Seguirà senz’altro la liberatione di quei poveri soldati che i Spagnuoli hanno tenuti sin’hora alla catena, e Vostra Signoria può assicurarli che sarà presto. In questo mentre potrà ella informarsi di quelli che sono ancora in vita, e mandarmene un rollo, perchè si possino procurare gl’ordini precisi e da esseguirsi senza difficoltà.

Io m’impiegarei volentierissimo per un stabile accomodamento delle differenze che ha cotesta Serenissima Republica col Re di Spagna per le cose del Finale, ma non vedo per me apertura da entrare in questo negotio col signor Don Luigi d’Haro.

In tutte le occasioni però che mi si presenteranno cercarò di contribuire agl’avantaggi e sodisfationi d’essa.

70) AAE, MD, France 285, cc. 107-108. Tolone, 16 febbraio 1660

Io applicarei volontieri alla propositione che ha fatto a Vostra Signoria il gentilhuomo genovese suo amico, purchè le conditioni siano ragionevoli; sarà però bene di metterla in carta, et havere una più minuta informatione del pensiero di detta persona per vedere se veramente il negotio è riuscibile nonostante le difficoltà che io vi vedo; l’attenderò dunque dalla cortesia di Vostra Signoria, alla quale non havendo altro che repplicare circa le sue ultime lettere delli 25 e 27 del passato[107]...

71) AAE, MD, France 285, cc. 127-128. Aix, 12 marzo 1660

Inviandosi il signor Bossè a riconoscere quei soldati che militando sotto le insegne della Francia furono mandati nelle galere di Genova, Sicilia e Napoli, perchè ne segua poi più facilmente la liberatione, ho giudicato bene di raccomandarlo a Vostra Signoria, che havendomi più volte scritto circa questo particolare, potrà con le informationi che ne ha giovare molto al medesimo, et a quelli che devono ricevere la libertà. Però prego Vostra Signoria non solo d’assisterlo in tutto quello potrà, ma di contentarsi [di] perfettionare quelle cose che bisognasse lasciare imperfette, o perchè li Spagnoli dimandassero troppo tempo, o per qualche difficoltà che vi si potesse incontrare, delle quali Vostra Signoria si contentarà darmi avviso in caso non possi superarle con la sua diligenza.

72) AAE, MD, France 285, c. 208. Sébourg [?], 13 maggio 1660

Vostra Signoria trovarà qui inclusa la lettera che io scrivo al Viceré di Sardegna per la libertà di quei Francesi che sono trattenuti nelle Galere della sua squadra. Prego Vostra Signoria di fare l’altre diligenze che saranno necessarie per questo effetto, procurando sopra il tutto che la loro liberatione sia generale, come è seguita da questa parte.

73) AAE, MD, France 285, cc. 212-213. Sébourg [?], 19 maggio 1660

Sono molto obligato al signor duca di Tursi della cortese e gentilissima dispositione che mostra havere verso di me, et havendo io già una stima particolare per il suo merito, può Vostra Signoria credere che io corrisponderò a Sua Eccellenza con ogni pienezza d’affetto. Mando a Vostra Signoria la risposta delle sue lettere che mi hanno confirmata la liberatione de soldati francesi, che erano ritenuti nelle galere della squadra che Sua Eccellenza commanda, in cui essendosi anco Vostra Signoria adoprata per la sua parte, me ne valerò in buona occasione appresso il Re per accrescere il merito del suo servitio.

74) AAE, MD, France 285, cc. 270-271. Parigi 10 settembre 1660

Ho ricevuta e letta con gusto la lettera di Vostra Signoria delli 24 del passato[108] alla quale non ho che rispondere, contenendo solamente avvisi generali. La ne ringratio però cordialmente, lasciando nel resto che il suo signor figlio la certifichi dell’affetto che ho per la di lei persona: mi dispiace che il male m’habbi necessitato a non pensare che alla mia salute, e ch’egli habbia atteso più di quello havrei voluto, sempre però vengono a tempo simili bagattelle.



[85] AAE, CP, Genes 10, cc. 42-43, 5 maggio 1657.

[86] Giannettino aveva fatto fare l’oroscopo del Re Luigi XIV, e lo aveva inviato al cardinale. Questi probabilmente, nonostante le belle parole con cui aveva ringraziato il genovese, lo aveva messo in un cassetto. Anni dopo, nel 1672, il segretario Zongo Ondedei lo ritrovò fra le carte di Mazzarino, ne copiò due fogli (in originale l’oroscopo doveva essere di trenta) e li inviò al Re, chiedendo istruzioni. La predizione arrivava fino all’anno 1680, e le notizie relative al 1672 si erano rivelate esatte. Cfr. BNP, Mél.Colbert, 160, c.964: Horoscope du Roi par Giannettino Giustiniani.

[87] AAE, CP, Genes 10, cc. 17-18, 17 febbraio 1657.

[88] AAE, CP, Genes 10, cc. 19-21,24 febbraio 1657

[89] Alonso Perez de Vivero, conte di Fuensaldagna. Fu Governatore di Milano dal 1656 al 1660.

[90] Cfr. AAE, CP, Gênes 10, cc. 42-43, 5 maggio 1657.

[91] AAE, CP, Genes 10, cc. 46-47, 25 maggio 1657.

[92] Henri de Senneterre, marchese e poi duca di La Ferté, maresciallo di Francia. Il 12 giugno 1657 cominciò l’assedio di Montmedy, sulla Mosa, e lo concluse con successo il 6 agosto.

[93] Henri De la Tour d’Auvergne, visconte di Turenne, maresciallo di Francia (1611-1675).

[94] AAE, CP, Genes 10, cc. 78-79, cc. 84-85, cc. 86-87, cc. 90-92, rispettivamente del 25 novembre, 27 e 29 dicembre 1657 e 1 gennaio 1658.

[95] AAE, CP, Genes 10, cc. 116-118, 7 marzo 1658.

[96] Su Ippolito Centurione vedi G. Nuti in DBI.

[97] Cfr. AAE, CP, Gênes 10, cc. 201-205, 18 novembre 1658.

[98] Maria Cristina di Savoia, detta Madama Reale, figlia di Enrico IV di Borbone (1606-1663), moglie di Vittorio Amedeo duca di Savoia.

[99] Gaspare Bracamonte, conte di Pigneranda, fu Vicerè di Napoli dal 1659 al 1664.

[100] Manca in AAE.

[101] Manca in AAE.

[102] Manca in AAE.

[103] AAE, CP, Gênes 10, cc. 244-246 e cc. 247-248, 10 e 17 giugno 1659

[104] AAE, CP, Gênes 10, cc. 252-254, 1 luglio 1659.

[105] Manca in AAE.

[106] AAE, CP, Genes 10, cc. 310-312, 6 gennaio 1660.

[107] Mancano in AAE.

[108] AAE, CP, Gênes, 10, cc. 360-361, 24 agosto 1660.

 

B. Marinelli

Un corrispondente genovese di Mazzarino: Giannettino Giustiniani

Indice
Indice dei nomi Abbreviazioni
Criteri di trascrizione
Opere citate
Genealogia

Giannettino Giustiniani
1a. 1b. 1c. 1d. 1e. 1f. 1g. 1h. 1i. 1j. 1k. 1l. 1m.

APPENDICI

Appendice A:
Il Ristretto
2. Ristretto

Appendice B:
Lettere
3a. Introduzione
3b. 1647-1654
3c. 1655-1656
3d. 1657-1660

 


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