Il primo fronte



1. Ottone a Sandra. 20 o 21 luglio 1915. A penna sino a fu attrav, a matita il resto e la data.

Poggio Mirteto

Gentilissima Signorina Sandra

Non s’impressioni della calligrafia tremolante, non è l’emozione... ma il movimento scomposto di questa vecchia “arca" di treno.

Dalla festosa partenza da Termini alla relativa quiete di viaggio in aperto agro romano il mio pensiero fu attraversato dal ricordo dei colleghi d’ufficio e delle colleghine. Non dico quanto il suo ricordo primeggi su gli altri e quanto mi sia doloroso il pensiero di non averla salutata a voce. Spero che vorrà scrivere subito appena saprà il mio indirizzo e vorrà dirmi tutte quelle cose che la sua bontà impareggiabile le detterà. Si ricordi che i suoi scritti schietti come la sua anima buona saranno il mio unico conforto nelle fatiche e nei sacrifici che mi attendono. Scriva spesso, la prego!

In questo momento un dirigibile vola sopra il nostro treno. Gli mando un saluto per lei. Signorina mi ricordi spesso e si abbia tanti saluti. Ottone

P.S. Saluti ai colleghi d’ufficio e alle Signorine. In specie all’Ing. Vinardi.

2. Ottone a Sandra. 21 luglio 1915. Cartolina illustrata: Giovi sull’Arno presso Arezzo. Matita copiativa. TP: Montevarchi, 22.7.15.

Arezzo, 21-7-915

Saluti, sempre saluti e un pensiero!... Ottone

3. Ottone a Sandra. 21 luglio 1915. Cartolina illustrata: Firenze, Panorama da S.Miniato. Matita. TP: Firenze Ferrovia, 22.7.15.

Saluti affettuosissimi. Ottone Costantini

Firenze 21 notte Luglio 1915

4. Ottone a Sandra. 22 luglio 1915. Cartolina illustrata: Ferrara, Il Castello. TP: Pontelagoscuro 23.7.15. Manca la firma.

Ancora saluti aff.mi

Ferrara 22-7-915

5. Ottone a Sandra. 22 luglio 1915. Cartolina illustrata: Venezia, Ponte di Rialto. Matita copiativa. TP: Mestre Stazione, 23.7.15. TA: Roma Centro, 25.7.15.

Mestre 22-7-915

Dando l’ultimo saluto all’Adriatico per rivederlo dopo il cimento, invio a lei un caldo saluto e un pensiero aff.mo. Ottone Costantini

6. Ottone a Sandra. 22 luglio 1915. Cartolina illustrata: un tricolore che inquadra la poesia Oh che momenti! da Rime veneziane di Attilio Sarfatti. Matita. TP: Padova Centro, 24.7.15.

Padova 22-7-915

Un pensiero aff.mo. Dev.mo Ottone Costantini

Siamo in vista delle ns. montagne... A domani!...

7. Ottone a Sandra. 23 o 24 luglio 1915. Cartolina illustrata con paesaggio alpestre: ...potessi almeno/in quell’angolo rimoto/ ecc. (versi di B. Prina). Matita copiativa. TP: Cividale 25.7.15. Ricevuta il 27.7.15 (Sandra a Ottone, 23-30 luglio 1915).

Quattro Venti

Sotto un bel sole, nella più florida della vegetazione, davanti un’osteria oltre Cividale verso il fronte.

Traffico immenso automobili cannoni obici munizioni salmerie staffette... una festa uno spettacolo di ordine e di attività impareggiabile incredibile; il cannone brontola lontano. In questo momento è passato il Re in auto, verso il fronte, lo abbiamo acclamato. Il ns. entusiasmo calmo e fidente non dà luogo ad ombra di timore. Molti prigionieri passano batterie nemiche smontate. W la forza d’Italia. Ottone

8. Ottone a Sandra. 24 e 25 luglio 1915. A matita su quattro foglietti a quadretti di cm 13 x 8,7.

24-7-915

Carissima Signorina

Abbiamo quasi raggiunto la meta[1]. Dal paese ... dove mi trovo abbiamo udito vicinissimo il rombo rabbioso del cannone a lunghissimi intervalli. Monte n. di fronte a noi è spaventoso e par sogno di pazzi crederlo occupato; eppure gli alpini e i bersaglieri sono là.

Sono le 8 1/2 pom. Fra le prime tenebre della sera sotto la nebbia e pioggia s’odono ora lontane fucilate e a tratti lo scoppio di granate nemiche sinistramente. Vi sono piccoli intervalli poi si riaccende la furia nella semitenebra. In questi ultimi momenti udiamo un fragore tremendo più vicino seguito da quel sibilo caratteristico del grosso proiettile che fende l’aria. È un ns. pezzo a pochi metri da noi che prende parte. È uno spettacolo tremendamente bello ci si sente giganti! Tutto questo proprio sotto i miei occhi e domani o dopo sarò anch’io fra i combattenti. Qui con me sono bersaglieri e artiglieri che commentano quest’azione e a noi novellini del fuoco raccontano, con una perfetta semplicità e spirito furbesco, migliaia di episodi ammirevoli della ns. azione meravigliosa. Quanto quanto già avrei da narrare se fossi libero e quanto vorrò dire se ritornerò.

Io sono ammirato della ns. forza e quello che più m’incuora è la calma e fermezza in me e negli altri che non dà luogo a debolezze né a falsi e fuggevoli entusiasmi preventivi.

Quanto mi riesce doloroso non poter narrarle tutto, avrei tanto da dire già. Spero che lei vorrà essere gentile di parlarmi di tutto quello sa interessarmi e soprattutto scrivere spesso appena saprà il mio indirizzo, che purtroppo non conosco ancora.

Il combattimento sembra ora cessato. Ma questa notte?... Signorina io mi corico e penso... a Roma. Buona notte.

P.S. Entra in questo momento un mio collega che è restato più a lungo in osservazione ed aggiunge pennellate di fuoco al quadro grigio-rosso già veduto da me.

W l’Italia, W la sua forza invincibile.

Signorina, preghi mio fratello di spedirmi un casco di lana, ma la pregherei di sceglierlo lei e mi sarà cosa carissima volesse ricamarci le mie iniziali. La ringrazio col cuore commosso e la prego perdonare il disturbo, ma ò bisogno di sapermi non del tutto dimenticato e di vedere delle cure premurose di persone buone in quei segni che le chiedo; mi sarà gran conforto e profonda gioia e lei che è tanto buona so che non me lo negherà.

Riceva tantissimi saluti dev. Ottone

Ore 8 1/4 ant. Il cannone à tuonato tutta la notte terribile; adesso la battaglia si è riaccesa ed io solo soletto sulla cima di una collinetta resto a vedere lo svolgersi grandioso della lotta. Tutto osservo da una vicinanza minima e mi par quasi d’aver parte attiva.

Vengo intanto studiando le posizioni amiche e nemiche: questo potrà essermi di giovamento quando entrerò in lotta e sarà fra pochissimo. In questo momento vedo nettissimo uno sdrapnel sulla cima più alta da noi occupata e subito un rincrudire di cannonate!

Come mi rincresce di non essere ancora fra i combattenti. Lascio il mio posto d’osservazione per impostare questa mia, addolorato di non poterle ancora segnare il mio indirizzo. Certo è che avrò posizione molto avanzata sull’Isonzo. Signorina gradisca mille espressioni di stima e d’affetto. Ottone

A Ivan scriverò domani; gli dica intanto che mi spedisca una carta grande della valle d’Isonzo. Saluti.

9. Ottone a Sandra. 26 luglio 1915. Cartolina militare. TP: PM 4° C.d.A., 27.7.15. Ricevuta il 30.7.15 (Sandra a Ottone, 9-10 agosto 1915).

... 26-7-915

Gent.ma e car.ma Sig.na

Eccole finalmente il mio indirizzo e spero non vorrà mancare di scrivermi due (... o più) righe quanto prima le sarà possibile.

La ns. vita alpestre è varia ed interessante; a volte meravigliosamente bella, ma certo che il nostro pensiero corre un po’ alla città tranquilla dove sono le persone care. Questo pensiero non è triste però; anzi ci rinfranca e ci fa leggere le fatiche e i disagi quotidiani. La nostra salute è ottima ed il piacere di trovarci al fuoco (è sembrato un comando: mentre scrivevo la parola “fuoco” un colpo tremendo di un ns. grosso pezzo è partito, facendo tremar la casa dove mi trovo) assieme a tanta balda gioventù italiana e in così favorevoli condizioni, ci dà quella calma perfetta e quella decisione, che ci terrà senza lamenti al ns. posto per mesi ed anni se occorrerà. Per ora saluti infiniti aff.mo Ottone

Mio indirizzo: Cap. Magg. Ottone Costantini, 3° Regg.to Artigl.ria da Fortezza, 13a Batteria B, 2° Gruppo, 2a Armata, 8a Divisione, Zona di Guerra.

10. Ottone a Sandra. 27 luglio 1915. Cartolina illustrata: vignetta di Malus: Cadorna = Maestà. Gradisca... Ottone aggiunge a penna: “Gorizia” e sul margine scrive: “10.000.pr.” (prigionieri?). TP: PM [?], 28.7.15.

... 27-7-915 notte

Al lume di una candela sotto la ns. bella piccola tenda da dove vedo il cielo oscuro pieno di stelle, le invio il più caldo dei saluti. Sono stato tutta la giornata al fuoco in batteria fra esplosivi paurosi – serenamente. Ora ò mangiato bene ò fumato mezzo toscano (!) e attendendo il sonno, fra il rombo del cannone, penso a lei.

Saluti aff.mi Ottone

11. Ottone a Sandra. 29 luglio 1915. Cartolina illustrata: carta delle regioni irredente. TP: PM 8a Divisione, 30.7.15

... 29-7-915

Dalle rive dell’Isonzo saluti aff.mi a tutti. Ottone Costantini

Cannoneggia furiosamente! W!!!

12. Ottone a Sandra. 1 agosto 1915. Cartolina illustrata: vignetta di Bisca: Francesco a Trieste: Che bel fantoccio! ecc. TP: PM 8a Divisione, 2.8.15. Ricevuta il 6.8.15 (Sandra a Ottone, 9-10 agosto 1915).

... 1-8-915 notte

Gent.ma Sig.na

Le scrivo di sotto la tenda fra ragni, scolopendre ed altre bestioline già a me famigliari e buone amiche. Il cannoneggiamento è sempre vivo davanti a noi. A giorni passerò ad una linea di fuoco più avanzata e pericolosetta e ciò non mi spiace anzi...; ma il tormento di non aver un rigo da persone amiche mi agghiaccia. Scriva, scriva subito, prima che sia tardi. Le fatiche sono molte, ma lo spirito altissimo. Ci sembra essere i padroni del mondo. Siamo forti!

Saluti, saluti, saluti Ottone

13. Ottone a Sandra. 2 agosto 1915. Cartolina illustrata: vignetta di Bisca: Trieste, Trieste, sorgi e cammina ecc. TP: PM 4° C.d.A., 4.8.15.

... 2-8-915

G.ma Sig.na

Un saluto in tutta fretta. Siamo armati per partire. Fra poco, col favore delle tenebre, saremo coi nostri grossi pezzi in avanzata. Questa notte stessa pioverà sui ns. veicoli mascherati sdrapnel nemici. W l’Italia.

Se tutto andrà bene scriverò subito[2]. Ma lei scriva presto e preghi per me dev. Ottone

14. Ottone a Sandra. 8 agosto 1915. Matita copiativa.

... 8 Agosto 1915

Gentilissima Signorina Sandra

Vorrei potesse solo lontanamente immaginare l’effetto prodotto in me dalla carissima sua – già attesa da troppo tempo[3]. La musica delle sue espressioni profondamente buone è stata da me gustata con voluttà con gioia che aumentava col numero delle parole.

Era ed è un benessere morale e fisico che provo sempre ch’io leggo quello scritto. È per me una forza tale che mi fa ardito di scongiurarla di scrivere spesso, di scrivere sempre, di scrivere tanto. Oggi ò ricevuto anche la sua cartolina del 2 corr. ed il piacere fu grande quanto il rammarico per la brevità dello scritto. Sarò impertinente se le chiederò di scrivere sempre lettere? Pensi che la sua corrispondenza la tengo sempre in dosso e voglio che lo spessore di questa mi protegga il cuore dai proiettili nemici. Vorrà dunque esser certa, non è vero, ch’esso non sia trapassato? Spero e credo di sì.

Il suo pensiero squisitamente gentile per il dono graditissimo mi à commosso e mi tarda immensamente di riceverlo. Io son certissimo ora della protezione divina dopo che lei à pregato con quel fervore che può avere solo il suo animo immensamente buono[4]. Sono grato e riconoscente alla sua ottima mamma della sua benedizione, che à già ottenuto il migliore dei frutti.

Ringrazio anche per la cura messa così volonterosamente alla preparazione del casco, ed il ricordo che questo fu nelle sue mani oggetto di attenzioni mi farà sentire, indossandolo, un’atmosfera calda di affettuosità che sarà il migliore schermo ai rigori della notte.

Ho ancora in tasca il biglietto datomi per suo zio, coperto a tergo di annotazioni di colpi sparati di granate, sdrapnel, cariche, dati di tiro e tutto un arruffato notiziario di una giornata di fuoco in batteria. L’ò conservato e lo conserverò, ma non potei portarlo perché non si fece il transito per Piacenza. Toccai Bologna, ma non mi fu possibile uscire di stazione per vedere Maffezzoli al quale scrissi, senza ricevere risposta. E scrissi molto a tutti, in specie in famiglia, ma credo che la censura abbia stracciate le mie lettere che spesso contenevano indiscrezioni involontarie. [...]

La mancanza di mie notizie in questi ultimi giorni le avrà fatto comprendere che un fatto nuovo sia intervenuto e questo è stato il cambio di posizione. Ora ci troviamo a vista d’occhio dal nemico sulla stessa linea dell’art.ria da campagna. Anzi diverse batterie sono dietro a noi. Non abbiamo ancora iniziato il fuoco, ma c’è da prevedere che allora la ns. batteria sarà terribilmente presa di mira. Ieri stesso quattro proiettili di grosso calibro caddero nelle ns. vicinanze.

Scappo subito in batteria, è venuto l’ordine di fuoco. Arrivederci...?

Riprendo. Il fuoco fra qualche ora e sarà solo di saggio del bersaglio e d’aggiustamento del tiro. Dicevo dunque, 2 dei 4 proiettili mi passarono sopra vicinissimi col caratteristico strisciamento stanco che fa pensare ad un treno in corsa lontano o ad una tela sottile che si laceri; interminabile. Che avessi paura le giuro che è da escludersi assolutamente, ma mi gettai bocconi in terra sotto un albero e appena esplose di nuovo per la mia via in un tratto di terreno scoperto. L’emozione che dà il pericolo del fuoco è complessa, perché varia col variare delle condizioni d’ambiente e di stato d’animo. La notte prima di giungere a Cividale il cannone in lontananza mi fece un effetto lugubre e i treni di feriti che passavano in senso contrario al nostro mi davan brividi quasi. Lo stesso treno per qualche momento mi fece l’effetto dell’uomo che spinge il bove ricalcitrante al macello. Ma fu brevissimo questo triste momento, certo prodotto da due notti insonni di viaggio e di mal nutrimento. A Cividale incontrai un’enorme quantità di camion e colonne lunghissime di traini. Un movimento enorme! Lo spirito in quel giorno, già risollevato, udì con entusiasmo la viva fucileria e cannoneggiamento lontano ancora. Arrivato al 1° fronte passavo lunghe ore di riposo ad ammirare lo svolgersi de’ duelli d’artiglieria e le alte colonne di fumo dei proiettili nemici contro le muraglie massicce dei monti. Nelle altre ore fuoco di batteria, ma di proiettili nemici mai neppure l’ombra. Ma venne finalmente l’ordine di avanzare. Sveglia alle 2 di notte smontaggio dei pezzi e via nella notte per sentieri a precipizio su burroni impressionanti.

Io ero al comando di un carro con la bocca da fuoco. Dodici uomini di truppa, 4 paia di buoi era il mio equipaggio. La notte fondissima, sulle alture che avevamo di meta proprio quella sera scoppiavano a furia granate nemiche.

Non le dico di quale effetto grandioso erano quelle vampe di rosso metallico con sprazzi d’argento liquido, era una pioggia di stelle, un qualche cosa di fatato, d’inreale.

Poi venne l’acqua e si andava, si andava sempre in silenzio attraversando piccole boscaglie tenebrose, tentando la via invisibile. Ben tre volte dovetti arrestarmi per incidenti, poco mancò non precipitasse tutto l’immane peso nei[5] burroni con bestie ed uomini. Ma la Vergine pregata da lei forse vegliava allora e arrivammo ad attraversare felicemente l’Isonzo. Sulla riva sinistra pernottammo in terra scoperta sotto la pioggia e fu poi per 5 (cinque) notti continue lavoro indefesso. Come io resistessi, per quale miracolo, non so, ma la volontà di arrivare ci spronava.

L’ultima notte si doveva terminare il montaggio di un pezzo, ma vari incidenti lo ritardò [sic]. Il lavoro ferveva instancabile, tutti alle gravine, alle pale, alle leve, avvolti dall’oscurità. Ordini a bassa voce, colpi sordi e poi silenzio. Ma l’alba si approssimava e da un momento all’altro potevamo essere scoperti dal nemico vicinissimo. La furia del lavoro ingigantì, ma era in tutti l’ansia dell’insidia prossima. Nessuno ne parlava, ma tutti ne eravamo certi.

Anche qui la ns. volontà e l’aiuto celeste valse a trarci d’impaccio e con la massima sollecitudine tutto fu completato. Ora attendiamo il momento di andare in azione. In questo momento che scrivo dal tavolo telefonico in batteria, di fuori scavano trincee per i serventi al pezzo. Io sono stato incaricato del comando di una sezione di due pezzi in sostituzione di un ufficiale e dovrò costruirmi una capanna in batteria dove dormirò anche. Sono contentissimo ed apprezzo l’alto onore, ma conosco il pericolo e fido nelle sue preghiere. La lascio per riferire al tenente sul lavoro compiuto e per dirigere il lavoro. Saluti aff.mi saluti a tutti tutti.

Addio. Ottone Costantini

15. Ottone a Sandra. 11 agosto 1915. Cartolina illustrata: Insuccesso del nemico in Carnia, 30 Maggio 1915. TP: PM 8a Divisione, 12.8.15. Sino alla parola cancellata grafia minuta e ordinata; poi fino a invincibile grossa e sconnessa. L’ultimo capoverso, assai sbiadito, è scritto in caratteri minuti sul margine superiore della cartolina con matita copiativa (il resto è a penna). Manca la firma.

11-8-1915

Gentilissima

È di ieri finalmente il desideratissimo suo dono ed il casco. Fu un momento di delicata e profonda commozione. Le poche parole che l’accompagnavano mi procurò [sic] il dolore della loro brevità. Perché non scrive più? Se questo le riesce fastidioso non abbia timore di dirlo, ma l’attesa è troppo dolorosa per chi è lontano e circondato da uomini e cose che parlano di [una parola cancellata, probabilmente: morte].

Sdrapnel nei pressi della batteria! si comincia il fuoco; la saluto aff.te.

Arrivederci – ora sono protetto.

W l’Italia invincibile.

Abbiamo ridotto al silenzio la batteria nemica. Noi tutti sani. Che bella furia di cannonate, pareva un rullo di tamburo!



[1] Alla metà di luglio il 4° C.d’A. disponeva di due batterie d’assedio, la 2a, armata con cannoni da 149A dislocata a Srednie, e la 13a, armata con cannoni da 149G e dislocata con una sezione a Kamno, un pezzo a Golobi, un altro pezzo sul cocuzzolo di q. 1000 a Nord-Ovest di Monte Kuk e a Sud-Est di Luico (Monte n. di cui Ottone parla poco oltre è, naturalmente, il Monte Nero). Diversi altri pezzi assegnati al 4° C.d’A. arrivarono il 31 luglio e il 7 agosto a Cividale. L’8 agosto erano quasi tutti in posizione. (AUSE, DS, 113/S. 22d, DS Comando Artiglieria 4° C.d’A., 10 luglio-8 agosto 1915). Il 24 e il 25 luglio Ottone si trovava quasi certamente nella “tranquilla” Golobi esplicitamente ricordata nella lettera dell’11 novembre 1915 (n. 39): vi si parla di una messa al campo celebrata in “una domenica splendente di sole” e il 25 luglio 1915 era appunto domenica.

[2] Il 2 agosto la sezione di Kamno della 13a Batteria B fu spostata a 400 m a Ovest di Vrsno. È con ogni probabilità il traino di cui qui si parla e che è descritto da Ottone con abbondanza di particolari nella lettera dell’8 agosto (n. 14). In quei giorni comunque erano in traino diversi altri pezzi giunti ad arricchire il parco d’assedio del 4° C.d’A. (AUSE, DS, 113/S. 22d, DS Com. Artiglieria 4° C.d’A. cit., 2, 7, 8 agosto 1915).

[3] Sandra aveva preso a scrivere a Ottone fin dal 23 luglio e aveva poi proseguito la lettera sino al 30, componendola “a spizzico” – come diceva Ottone (cfr. n. 29) – ossia a schizzi e frammenti, con intervalli più o meno lunghi tra una ripresa e l’altra, utilizzando per scrivere qualsiasi momento libero. Quello dei “letteroni” scritti a più riprese, quasi in forma di diario è - almeno nei primi mesi della sua corrispondenza con Ottone - il genere più praticato da Sandra. Era anche il genere più gradito a Ottone che non sapeva nascondere l’irritazione o la delusione che gli procuravano gli scritti brevi o frettolosi e in particolar modo le cartoline – le “antipaticissime” cartoline – con le poche e stereotipate comunicazioni che consentivano (cfr. tra gli altri i nn. 14, 15, 85, 166, 176). Il 9 agosto 1915 Sandra proponeva di scrivere una lettera e due o tre cartoline alla settimana ma, sulle proteste di Ottone, doveva promettere di aumentare il ritmo a “due lettere e qualche cartolina ogni settimana”.

[4] Sandra aveva annunciato a Ottone l’invio di una Madonnina da portare al collo. “La tenga sempre con sé” – si era raccomandata – “Ci ho pregato tanto sopra e mia mamma l’ha baciata e benedetta... Che possa la mia Madonnina preservarla da qualsiasi pericolo e le faccia compiere sempre il suo dovere con fermezza ed amore. “

[5] È scritto: dei.

 

O. Costantini

Lettere dal fronte

Indice

F. Cataluccio
Prefazione

C. Costantini
Un contabile alla guerra
Note e avvertenze

Il primo fronte
1-15 16-29 30-46

Asiago-Bainsizza
47-70 71-94 95-119 120-141

L'ultimo anno
142-163 164-184 185-204 205-222

Album di guerra

 

 
 

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