4. Daily Life Gli americani si portano una croce sulle spalle dal primo
momento in cui sono nati come società civile e questa croce è
la ricerca della felicità. E se all'inizio della loro storia questa
felicità si allacciava in qualche modo all'idea dei diritti della
persona, dell'individuo, all'idea di libertà e uguaglianza, oggi
si è trasformata nel diritto ad entrare in un fast-food alle tre
di notte e addentare un hamburger grondante ketchup e maionese; nell'eseguire
qualsiasi acquisto od operazione finanziaria per telefono; nell'accendere
la mega-tv ad alta definizione su uno dei non so quanti canali privati
che vomitano pubblicità su pastiglie contro il mal di stomaco e
altre malattie da società post-industriale; nel fare jogging la
mattina o la sera per le strade verdi e pulite dei quartieri residenziali,
e nel salire in macchine adamantine e dispendiose per fare acquisti nei
mega mall, ovvero nelle cittadelle del consumo di cui i nostri ipermercati
sono ancora una magra e pallida riproduzione. Non ci vuole Tocqueville
(che per altro lo diceva già a suo tempo) per capire che la ricerca
di felicità è divenuta spasimo di benessere materiale e
poco altro. Ma più che a Tocqueville ripenso al Brave New World
di Huxley, a un mondo altamente tecnicizzato e asettico dove non ci
sono conflitti, brutture, errori e ritardi, e dove la vita si assorbe
in pillole scaccia-pensieri. L'America è qualcosa di simile, quanto meno nella sua tensione
ideale, ma non riesce a scrollarsi di dosso un tenue e persistente odore
di marcio. L'America è modernità e decadenza, e in effetti
c'è qualcosa di barocco nelle sue architetture, nel rigurgito colorato
delle merci, nei dolci fatti di colesterolo puro venduti nelle macchinette
perfino dentro le banche, nelle bottiglie d'acqua con la scritta "senza
grassi", nella socievolezza frizzante e formale di alcuni abitanti.
E poi ti ritrovi i volantini di convegni internazionali organizzati dall'università
sottotitolati Pizza and Politics... Ci stiamo tutti americanizzando,
ma non ce ne accorgiamo mai abbastanza. L'America logora chi non ci sta. |
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