19 eserciti (continua)
A Parigi Dior ha sciorinato l'ultima chicca della sua collezione
(primavera? autunno? o gelo invernale?): lo stile homeless, be', si fa
per dire, incarnato da fameliche modelle. La notizia è rimbalzata anche in America, proprio nel momento in
cui Rudolph Giuliani, il sindaco-zero-tollerante di New York, s'impegnava
nel passare al setaccio i ripari per barboni della città, arrestando
125 persone con la scusa di varie infrazioni. La motivazione ufficiale
dell'interessamento di Giuliani sarebbe il pericolo costituito dalla dilagante
pubblica "orinazione" per strada. Vale a dire che le strade
non sono cessi e che i bisogni vanno fatti altrove, in casa, appunto,
o nei locali pubblici. Certo, c'è sempre l'inconveniente che, tolta
la casa, questi locali, come quelli di Los Angeles, si rifiutano di permettere
agli homeless l'uso del bagno. Il dramma della pipì pubblica pare che si stia estendendo a macchia
d'olio proprio nelle città californiane, dove sono già in
atto ordinanze che puniscono le trasgressioni viscerali con pene che arrivano
ai sei mesi di galera. D'altra parte Giuliani si è distinto dai
colleghi della costa occidentale ordinando anche l'arresto di chi si rifiuti
di andarsene dai marciapiedi. E già l'anno scorso alcuni magistrati
avevano bloccato il progetto dell'amministrazione di sfrattare dai rifugi
per homeless chi si rifiutasse di lavorare. Un po' come quando in Inghilterra
era nata qualche secolo fa l'idea di rendere produttivi gli improduttivi
per definizione o per caso, matti, carcerati, vagabondi ecc Non bisogna tuttavia pensare che gli homeless non compaiano sui media:
sotto natale sono, e non solo in America, il piatto forte, insaporito
dal vento d'Alaska che qui non lascia scampo e crea l' "emergenza
ripari". Allora, volontari di tutte le chiese si mobilitano e danno
la caccia ai senza tetto, anche a quelli più renitenti, tanto che
la contea di Allegheny, quella in cui si trova Pitsburgh, può fregiarsi
di essere l'unica contea della "cintura di ghiaccio" a non avere
avuto neanche un morto. Ma gli homeless possono addirittura scivolare nell'agenda politica e diventare
l'osso disputato da due candidati al Senato come Giuliani e Hillary Clinton.
Un uomo della presidentessa incaricato dell'ente di sviluppo urbano ha
infatti tolto al sindaco di New York la gestione di alcuni fondi che sarebbero
dovuti andare nelle mani dei centri per homeless e che invece parevano
non volersi smuovere da quelle di Giuliani. Naturalmente il sindaco ha
gridato alla strumentalizzazione politica. D'altra parte, se l'inverno, per gli homeless, fa notizia, o se la fanno
le elezioni al Senato, anche la scorsa estate è stata costellata
di notizie sui troll busting, intraducibile termine per gli attacchi ludici
e casuali fatti contro homeless da giovani maschi anglo. Qualcuno l'ha
chiamata estate di paura, un titolo da Stephen King, che in effetti ha
scritto, nella sua immaginazione meno spinta di quanto si creda, di teen-ager
che assassinano homeless per sport. (E poi Stephen King è considerato
uno scrittore horror; ma non è forse più realista di Balzac?). Benché il numero di assassini di questo genere, dettati da nessun
movente che non sia quello di odio e disprezzo verso una condizione sociale
ed economica, sia in crescita, nessuna delle misure attualmente dibattute
contro i "crimini per odio" contempla o riconosce quelli basati
sullo status economico. In America può esistere l'odio razziale,
non di classe. E la reticenza diventa omertà nel caso degli omicidi commessi da
poliziotti, su cui sembra ultimamente aumentata l'attenzione. In questo
quadro non c'è da stupirsi che l'unità Street Crimes di
New York possa vendere magliette con la scritta: "Certamente non
c'è caccia come la caccia di un uomo" ('sta storia della caccia
all'uomo
.cfr. con la storia del bounty hunter) Il tutto in una situazione economica di crescente disparità. Se
infatti nel discorso sull'Unione Clinton è riuscito a parlare del
progresso economico generalizzato, i dati dei giornali e delle stesse
agenzie governative dicono che i poveri sono sempre più poveri,
e che questi più poveri sono sempre di più. Il numero di
Americani che vivono in una condizione di estrema povertà (cioè,
con meno della metà della linea di povertà, che è
di 6.750 dollari all'anno) è aumentato da 13,9 milioni (1995) a
14,6 milioni (1997). Mentre il Ministero dell'Agricoltura ci dice che
negli Stati Uniti 35 milioni di persone sono affamate o a rischio di fame. Qualche buona idea per Dior? |
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