21. Home Rich Home
Fox Chapel: uno strano connubio per nominare un quartiere.
A prefigurarlo con l'immaginazione e le frasi raccolte da conoscenti si
veste del senso d'isolamento e silenzio dei luoghi di culto e della posa
elitaria della caccia alla volpe. E tale infatti è, isolato ed
elitario, uno dei quartieri residenziali più ricchi di Pittsburgh.
Ci si arriva in macchina, attraversando l'Allegheny, uno dei due fiumi
che affettano la città concentrandone la crema finanziaria sulla
punta. Poi, l'impressione è di guidare lungo una statale di campagna,
in cui alberi fitti lasciano intravedere case grandissime, con l'erba
spazzolata e precisa come una moquette e il fuoristrada posteggiato davanti
al garage. Alcune sono mini-castelli, hanno il colore, le geometrie e
l'ambizione di vecchie magioni europee, oppure sono in nitido stile new-england,
bianche e classicheggianti come potremmo immaginare la casetta di villeggiatura
di un senatore. Continuiamo a guidare attraverso questi viali alberati,
senza tracce urbane, senza negozi o stazioni di servizio o scuole o uffici
postali, senza persone per strada, quasi fossero tutte disabitate. Ma
non hanno paura a vivere qui isolati? dico al guidatore americano che
vive pure lui in una bella casetta a tre piani e parquet - anche se molto
più modesta di quelle che vediamo e situata in un quartiere molto
meno bene - casetta che è dotata di una serie di allarmi sofisticati
e impietosi, per cui se non chiudi o apri la porta correttamente ti ritrovi
la polizia sulla veranda in cinque minuti. Dico, tutta questa ricchezza attirerà ladri e delinquenti
Illusioni piccolo-borghesi. Chi vuoi che venga, mi dice lui, ogni casa
ha un sistema d'allarme, la notte noleggiano guardie giurate, e poi comunque
non ti muovi certo a piedi. Ti sposti sempre in macchina, se si aggira
qualcuno di estraneo salta subito agli occhi. Sarà
pure io
in questo paradiso di volpi e cappelle non ci abiterei. Stefano si gira
a guardarmi, come dire: allora non la compriamo la casa? Comprarla no, però ci si può sempre capitare in una festa,
se si hanno i contatti giusti. È quello che è successo poche
notti dopo: per una di quelle deviazioni anomale delle feste studentesche
ci ritroviamo a Fox Chapel a posteggiare lungo un viale alberato e scurissimo,
perché non c'è di illuminazione pubblica, lungo una fila
di macchine e di gente che sta andando nello stesso posto. La casa: sembra uno degli ultimi prodotti ikea in esposizione. Bassa e
quadrata, tutta bianca, fuori e dentro. Dentro in particolare le luci
alogene riverberano sul biancore di pareti, pavimenti e i pochi mobili
rimasti (il proprietario sta traslocando). Una casa vuota e bianca come
un guscio d'uovo, senza porte, solo vani grandissimi che comunicano gli
uni con gli altri, e la cucina. Questa navicella spaziale kubrickiana
è presto riempita da una folla eterogenea e da musiche disco; l'unico
inconveniente(e bisogna dirlo?) il fatto di dover fumare fuori al freddo.
A quanto pare però i ricchi e distanti vicini di casa (non così
lontani, evidentemente, né tanto vicini) hanno subito chiamato
la polizia, timorosi che le macchine parcheggiate potessero scalfire la
moquette d'erba, o contaminargli l'aria con i tubi di scappamento, così
che nel giro di mezz'ora la festa è agitata da un via vai di persone
che corrono alle macchine per salvarle in tempo dal multone. Non c'era
il divieto, forse - qualcuno ha detto. Ingenuo. In certi posti, non se
ne ha bisogno. |
|