5. Ancora giorno dopo giorno Ogni mattina gli americani si gettano nelle loro strade ancora fumiganti
di brina, sovrastate da spicchi luminosi di edifici, ed entrano nella loro
parte. A volte si può anche sentire il ciack della regia. Non sto
dicendo che gli americani recitino, o peggio, fingano. Semplicemente, vivono
in un film. Esistono due film principali in America: uno è quello in cui gli
europei pensano di essere finiti quando atterrano con l'aereo (una specie
di colossal che compendia tutta la produzione cinematografica hollywoodiana
- dal cowboy agli inseguimenti autostradali, passando per il serial killer,
i cocktail di nevrotici intellettuali newyorkesi, e tutta una gamma di colori:
il colore viola, il colore dei soldi, ecc); l'altro è invece quello
di cui fanno parte, ogni giorno, gli americani. Non è cosa da poco essere attori di questo secondo colossal. Una volta sintonizzati sul proprio destino, gli americani attraversano il
loro set di piante plastificate e cartapesta, incontrando le tante comparse
della propria vita. Quando non si incontrano le comparse si creano, perché
niente è più semplice che attaccare una breve, effimera conversazione.
Nell'attraversare questa loro enorme cinecittà gli americani non
camminano, scorrono su dei nastri a velocità costante. Nei minimi,
quotidiani cambiamenti di scena, nella variazione degli scarti minimi, ritrovano
una continuità gratificante. La varietà nel sempre uguale. Così, seduta nella poltroncina di un café soffuso di musica
e tenui colori - l'unico posto dove la musica rimane confinata in un ragionevole
numero di decibel - mi aspetto sempre di vedere al tavolo accanto Magnum
PI che si liscia i baffi. Non mi stupirei né potrei lasciarmi andare
in rumorose esclamazioni - essendo i café dei templi dello studio
in cui un italico starnazzamento sarebbe inimmaginabile - perché
in fondo si tratterebbe sempre di un collega. Anch'io mi sono abituata a
camminare per strada sentendo i riflettori che mi seguono; e quando in ascensore
si finisce uno scambio di battute, alzando velocemente gli occhi si può
ancora scorgere la giraffa ritirarsi. A volte qualcuno si mette in proprio e fa un film come Il Truman show, che
gli europei scambiano per satira. Senza capire che si tratta solo di un
discorso all'ennesima potenza. |
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