Il maggior negotio... d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7

Papeidi e stadere

Come ho anticipato, le rassegne di papabili, anche se funzionali alla formula del pronostico, tendevano a svincolarsene e a vivere di vita propria, ossia a circolare indipendentemente dall’imminenza reale o presunta di un Conclave. Nello stesso tempo l’attenzione degli autori tendeva a spostarsi dai soli cardinali papabili a tutti i membri del Sacro Collegio,  se non altro perché, come osservava Cesare Magalotti, era necessario «a chi per proprio capriccio o per compiacenza d’altri intraprende a discorrere dell’elezione del nuovo Principe» conoscere umori e interessi non solo dei papabili «ma anche di tutti quelli i quali nell’elezione hanno il voto».[1]
Questo allargamento implicava modifiche non secondarie di struttura e di stile e un significativo mutamento nella funzione e nella destinazione delle scritture. L’intento predittivo cedeva al gusto della rappresentazione prosopografica, talvolta, come ho detto, non aliena da intonazioni caricaturali, di quello che era (o continuava ad esser considerato, nonostante l’evidente e sempre deplorato declino della sua effettiva influenza) il gruppo dirigente della Chiesa.
In considerazione di questo progressivo slittamento di interessi, che relegava in un futuro imprevedibile e perciò non determinante, l’elezione papale, potrebbe apparire addirittura improprio annoverare le rassegne di cardinali tra le scritture di Conclave, se non fosse che, come osservava Giulio Cesare Braccini in una informazione sul Sacro Collegio scritta nel luglio del ‘35 per il Cardinale di Lione, che è forse uno dei migliori esempi secenteschi di questo genere [2], la dignità di cardinale era ormai stimata solo perché non si poteva diventar papa se non si era cardinale e perché come cardinale si poteva concorrere a fare il papa. I cardinali, scriveva Cesare Magalotti, erano sempre meno “cardini” della Chiesa, ossia consiglieri del Papa, corresponsabili, almeno in una certa misura, delle sue decisioni, e sempre più «custodi del Corpo del Pontefice», ossia cortigiani e conclavisti: nel declino della loro effettiva autorità emergeva come unica loro vera, importante funzione, l’elezione del Papa.[3]
Il confine tra il pronostico di Conclave vero e proprio e la relazione sul Sacro Collegio spesso non era segnato che da formule del tipo: “se al presente succedesse la morte di Papa...”,[4] che di fatto permettevano di prescindere del tutto da una simile eventualità (e infatti di rassegne sul tipo delle statere se ne redigevano all’indomani stesso dell’elezione di un nuovo pontefice.[5]) Giulio Cesare Braccini, per esempio, manteneva, senza che in realtà vi fosse alcun motivo di pensare all’imminenza di un Conclave (Papa Urbano godeva di buona salute e, sosteneva Braccini, sulla scorta, suppongo, di calcoli astrologici, «secondo l’opinion mia passerà l’anno ottantesimo secondo della sua età»,[6]) uno stretto legame con la forma del pronostico, ma proponeva ben tre diverse rose di papabili per tre possibili date, 1636, 1640 e dopo il 1645: con ogni evidenza l’oggetto del discorso non era un futuro e imprevedibile Conclave, ma lo stato attuale del Collegio. Naturalmente quanto più aleatorio era il nesso con un Conclave, tanto più risaltava la contiguità di papeidi e statere con altri generi della pubblicistica “romanesca” come le relazioni, o guide o itinerari, della Corte di Roma, nelle quali, del resto, finivano spesso per essere inglobate.[7]




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[1] BAV, Chig. C. III. 60, incipit: “Roma dalle ceneri di Troia…”, c. 110.

[2] [Giulio Cesare Braccini], Discorso intorno allo stato presente del Collegio Apostolico nel quale si dà notitia delle qualità, aderenze e interessi di tutti i cardinali che vivono in maggio del 1635 e di altre cose in ordine alle pretensioni di ciascheduno (incipit: “Il governo ecclesiastico in tutti i tempi...”), BAV, Barb.lat. 4657, cc. 90-134. A c. 89r la lettera dedicatoria (incipit: “Avendo l’Appostolo S.Pietro assicurato...”) è firmata G.C.A.B ossia (come suggerisce una nota del catalogo) Giulio Cesare Abate Braccini. Le frequenti correzioni e aggiunte in margine suggeriscono che si tratti di una copia di lavoro. Sul Braccini vedi la voce in DBI di G.Galasso, che però ignora questa scrittura e quel pochissimo che nella dedicatoria al cardinale di Lione Braccini dice di sé, ossia di essere devoto della Corona di Francia e di operare da cinquat’anni nella Corte di Roma.

[3] [Cesare Magalotti], Del Pontificato d’Inn.o X… (incipit: “Quanto a gli huomini…”), BAV, Chig. C.III.60, c. 7v. «Il governo ecclesiastico», aveva scritto Giulio Cesare Braccini, «in tutti i tempi fu sempre monarchico [...] se bene più d’ogni altro è stato solito di aiutarsi con l’aristocratico e per questo non ha mai traboccato nel tirannico» come succede a quelli che «non si servono del consiglio de’ buoni [...] avvengache da alcuni anni in qua paia quasi affatto divenuto dispotico, il che ha dato occasione a quelli che con la bilancia in mano stanno del continuo super le piazze scioperati bilanciando le azioni de’ Principi col peso delle loro sregolate voglie, di scrivere i calunniosi libri de’ nipotismi e altre storie piene di maledicenze e di bestemmie» (Braccini, Discorso intorno allo stato presente del Collegio Apostolico, cit., incipit: “Il governo ecclesiastico in tutti i tempi...”, BAV, Barb.lat. 4657, c. 90r. Sul declino della dignità cardinalizia vedi anche cc. 92v-93r.). Osservazioni del genere erano naturalmente assai frequenti nelle relazioni sul Sacro Collegio. «La Corte di Roma», si legge ad esempio in un Discorso della Corte di Roma e come si debba governare un cardinale nuovo in quella fatto nel Pontificato di N.S. Papa Urbano 8° l’anno 1626 (incipit: “E’ mia intentione di rapresentare…”) «hebbe per originaria istitutione il governo aristocratico», ma da tempo «il governo è diventato assoluta monarchia» (BAV, Bon.Lud. C 20, c. 363v). Di “dominio dispotico” parla anche il Discorso sopra il Conclave della Sede Vacante per la morte d’Innocentio X°nell’anno 1655 (incipit: “Niuna cosa è più importante…”, BAV, Barb.lat. 4649, c. 260v). Sul declino dell’autorità cardinalizia ricordo in particolare il Discorso apologetico per riparo dell’antica auttorità e decoro del Sac. Colleggio de Cardinali (incipit: “Non sono le dignità ecclesiastiche...”, BAV, Barb.lat. 4657, cc. 53-69) che attribuisce gran parte della responsabilità ai cardinali stessi: «Ben so che i Cardinali adducono per scusa della loro otiosità l’imperio assoluto de Pontefici. [...] Ma voi, Signori Cardinali, perché non vi opponete a tal disordine?».

[4] Giuditio particolare sopra il Conclave futuro (incipit:Gran peso m’impone…”), BAV, Barb.lat. 4675, c. 85; cfr. il Discorso sul futuro Conclave in caso che venisse a morte Urbano VIII, del 1629 (incipit: “Quant’ordinaria è sempre stata…”, BAV, Barb.lat. 4657, cc. 71-88).

[5] Vedi ad es. la Descritione delle qualità di tutti i Cardinali viventi dopo l’elettione di Papa Clemente X l’anno 1670 (incipit: “Clemente X chiamato Paolo Emilio Altieri...”, BAV, Barb.lat. 4673).

[6] Poco più avanti nello stesso Discorso Braccini tornava a dire che «per 14 anni almeno» non ci sarebbe stato Conclave. Sono frequenti nel Discorso predizioni astrologiche. Di Ginetti, ad esempio, diceva che «nel 1645 le stelle gli promettono grandi cose».

[7] Senza pretendere di fornire un elenco completo, ritengo non inutile aggiungere ai pronostici di Conclave e alle relazioni sul Sacro Collegio recensiti, utilizzati o pubblicati in Baldini, Seidler, Visceglia 1996 e Signorotto, le scritture che seguono. Le indico con l’incipit (rinviando per ogni altra indicazione all’indice delle scritture citate) e le ordino per pontificati (e successive sedi vacanti), da quello di Clemente VIII a quello di Alessandro VII. Clemente VIII: “Si fa conto che in Conclave…”; “Papa Clemente VIII chiaro per molte…”. Paolo V:“Il papa è morto né si parla altro…”; “Il Card.le Ludovisio trattò nella minor fortuna…”. Gregorio XV: “Bandino sarrà portato…”; “Nell’attione del prossimo Conclave…”; “Borghese haverà seco per fare l’esclusione…”; “Da che fu eletto Sommo Pontefice Gregorio XV…”. Urbano VIII: “Gran peso m’impone V.E. commettendomi…”; “Quant’ordinaria è sempre stata…”; “Ginnasio/ Ginnasio creatura di Clemente 8°...”; “Il governo ecclesiastico in tutti i tempi...”; “Il futuro Conclave posti molti accidenti...”;  “Se un principe o potente assoluto…”; “Temeraria e malagevole impresa…”; “Io voglio pur credere…”; “Gl’avvenimenti strani e non pensati…”; “Siamo noi qua alla vigilia…”; “All’altezza del Pontificato di S.Chiesa…”; “Marcello Lanti Card.le di molta bontà…”, “Avanti questo Conclave…”; “Facciasi quanto si vuole…”. Innocenzo X: “È opinione invecchiata…”; “Non era se non cosa…”; “Carissima mi è stata…”; “Dalli molti accidenti e novità che alla giornata…”; “La pietà cristiana e’l precetto di Dio...; “Roma dalle ceneri di Troia…”; “Quale de cardinali possa succeder…”; “Assicuro V.S. che s’ella è pregna di curiosità…”; “Se per l’addietro a Roma…”;“Per sodisfare nel miglior modo…”; “Carlo Barberini romano...”; “E che volete, Signor mio, ch’io vi dica…”; “L’elettione del Sommo Pontefice è il maggior negotio…”; “E’ morto Innocentio X…”; “Niuna cosa è più importante…”. Alessandro VII: “Primo. Il Cardinal Ginetti riflettendo alla maturità...”; “Cinque fattioni si numerano nel Conclave prossimo...”; “Con l’humanissime di V.A. ricevo doppii…”.


Claudio Costantini

Fazione Urbana

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Indice
Premessa
Indice dei nomi
Criteri di trascrizione
Abbreviazioni
Opere citate
Incipit

Fine di pontificato
1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1l 1m

Caduta e fuga
2a 2b 2c 2d 2e 2f 2g 2h

Ritorno in armi
3a 3b 3c 3d 3e 3f 3g 3h 3i

APPENDICI

1

Guerre di scrittura
indici

Opposte propagande
a1 a2 a3 a4 a5 a6 a7
Micanzio
b1 b2 b3 b4 b5
Vittorino Siri
c1 c2 c3 c4

2
Scritture di conclave
indici

Il maggior negotio...
d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7
Scrittori di stadere
e1 e2 e3
A colpi di conclavi
f1 f2 f3 f4 f5 f6

3
La giusta statera
indici

Un'impudente satira
g1 g2 g3 g4 g5
L'edizione di Amsterdam
Biografie mancanti nella stampa

4
Cantiere Urbano
indici

Lucrezia Barberini
h1 h2
Alberto Morone
i1 i2a i2b i2c i2d
i2e i2f i2g i2h
i3 i4

Malatesta Albani
l1 l2


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