La giusta statera: g1 g2 g3 g4 g5 ga gb

Biografie non comprese nel volume a stampa
1. Camillo Pamphili - 2. Francesco Maria Farnese - 3. Giovanni Casimiro Vasa - 4. Antonio Barberini sen. - 5. Gian Domenico Spinola - 6. Cesare Monti - 7. Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu - 8. Alessandro Bichi - 9. Vincenzo Maculano - 10. Gil Carillo de Albornoz - 11. Giambattista Altieri - 12. Achille d'Estampes de Valencay - 13. Luigi Capponi - 14. Michele Mazzarino


Trascrivo i testi delle prime tredici biografie dal ms. BMP 1659. Quella di Michele Mazzarino, che compare nella Giunta dedicata alla promozione del 1647, è trascritta dal ms. BUB 1301 (2125). Segnalo in nota le principali varianti presenti in altre versioni della Giusta statera e alcuni tra i molti possibili riferimenti ad analoghe scritture del tempo.


1. Camillo Pamphili (BMP 1659 cc. 7v-10v)

Camillo Pamfilio sudetto è d'età d'anni vent'uno in circa [1.1] unico nipote d'Innocentio Decimo da parte di fratello e figliuolo di Donna Olimpia Maildacchini viterbese.[1.2] Nacque in Napoli a tempo [che] detto suo zio era nuntio in quella città, però non può dirsi questo Cardinale esser romano per esser nativo napolitano,[1.3] il quale fu tenuto al Sacro Fonte dal Signor Don Tiberio Caraffa Principe di Bisignano, fratello del Cardinal Pier Luigi Caraffa Vescovo di Tricarico. Questo Signore è di buoni costumi, amabile e spiritoso e quanto è giovane d'anni, tanto è canuto di senno. Non è molto curioso di spassi non godendo del Pontificato altro che l'aura d'esser nipote del Papa e l'entrate che gli prevengono,[1.4] poiché il zio non ha voluto che s'ingerischi [1.5] ne gli interessi camerali né tampoco nel governo universale per non invilupparlo con dare occasione al di lui venturo successore di darli quei disgusti che porta seco il specioso pretesto di render stretto conto della sua amministratione, conforme lui medesimo ha fatto e fa con gli Barberini. Non ha nome [1.6] di Cardinal Padrone, godendo solo quello di Cardinal Nipote, che per tal causa, assunto che fu Nostro Signore al Pontificato, pensò di valersi per il governo ecclesiastico di quattro Cardinali suoi più amorevoli, cioé di Panziroli, Matthei, Spada [1.7] e Pallotta, al primo dando facoltà delle cose della Spagna, al secondo della Germania, al terzo della Francia et al quarto dell'Italia, ma non seguì poi l'effetto restando solamente in Palazzo nella Segretaria di Stato il Cardinal Panzirolo, e di Spada, Capponi e Pallotta se ne valse nelle Congregationi Camerali et in altri negotii particolari, che alla giornata occorrevano quando d'uno e quando d'un altro.[1.8] Il Cardinal Panfilio chi l'ha conosciuto avanti la porpora non l'ha trovato mai troppo spagnuolo ma hoggi è spagnolissimo conoscendo da quello l'essaltatione del zio et in conseguenza la sua grandezza, che però in ogni Conclave sarà austriaco. È grato con gli suoi amici e servitori et in particolare con quelli che lo conoscevano avanti la sua felicità e però se ne spera da lui buoni successi. È giovane vago nell'aspetto e di colore olivastro, né si diletta d'andare su le grandezze e pompe, né è inclinato a vitii di sorte veruna, ma le commodità sono quelle che possono far trascorrere per così dire qualsivoglia persona per santa che sia. La famiglia Panfiliana ha la sua descendenza dalla città d'Agubio et hanno havuto nella lor Casa un altro cardinale sapientissimo e meritevolissimo, il di cui cadavero fu sotto ricco deposito nella Chiesa Nuova collocato, che se hora sopravivesse haverebbe anch'egli forse occupato la sede di Pietro.[1.9]

[1.1] Nato nel febbraio del 1622, al momento della promozione Camillo aveva più di ventidue anni; nel maggio del 1646, al momento della stesura della Giusta statera, ne aveva più di ventiquattro. Rinunciò alla porpora il 21 gennaio 1647. Camillo era stato nominato più volte nell'introduzione a proposito della sua inattesa promozione che - si legge - aveva lasciato «il mondo tutto con somma ammiratione per non dir confusione».

[1.2] Maildacchini = BMP 1660: «Maidalchini». BNP it. 807: «Donna Olimpia viterbese».

[1.3] ASR SV 32 c. 3v, ASV Pio 3: «essendo anco stato aggregato in quelli Seggi da Nobiltà».

[1.4] prevengono = BNP it. 807, BMP 1660: «pervengono». ASR SV 32 c. 3v, ASV Pio 3: «provengano».

[1.5] ASR SV 32 c. 3v, ASV Pio 3, BNP it. 807: «s'intricasse».

[1.6] ASR SV 32 c. 4r, ASV Pio 3: «Ha prohibito il nome»; BNP it. 807 c. 7r: «ha levato il nome».

[1.7] BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32 e ASV Pio 3 invertono: «Spada, Mattei», inducendo un errore nelle rispettive attribuzioni. L'errore è segnalato nel secondo dei manoscritti da una annotazione a c. 8v.

[1.8] Capponi sta per Mattei: l'errore è presente anche in BMP 1660 e BUB 1301 (2125) a conferma della stretta parentela di questi manoscritti. In BNP it. 807, ASR SV 32, ASV Pio 3 manca l'intero brano: ma non seguì...d'un altro.

[1.9] Girolamo Pamphili, zio di Innocenzo, creato cardinale nel concistoro del 9 giugno 1604, morto l'11 agosto 1610.




2. Francesco Maria Farnese (BMP 1659 cc. 35r-37r)

Francesco Maria Farnese d'età d'anni 30 [2.1] è Principe fratello del Duca di Parma, che Innocentio dalla prima promotione che fece se lo riservò in petto e non volse mai dichiararlo se prima non vedeva sopite alcune differenze non penetrate, ma poi nella terza promotione lo dichiarò solo Cardinale in Concistoro, come Principe grande.[2.2] Si giudica che questo Cardinale sia per accettare la Protettione del Regno di Portogallo come parente di quel Re e per le pretensioni che il suo Duca tiene sopra quei Regni. È Signore di qualche intelligenza, virtuoso, splendido [2.3] e buon soldato, et hora c'ha ricevuta la porpora si giudica sia per svelare e palesare il suo talento, che veniva occupato e sepolto per il timore in che lo teneva il Duca. Non ha preso ancora il cappello cardinalitio, però s'aspetta a Roma con anzietà grande per vedere il fasto e grandezza che seco portarà.[2.4] Gli vitii e costumi di questo Signore non si possono esporre per esser poco cognito alla Corte, ma si giudica sia piuttosto virtuoso che difettoso, poiché gli Principi nati portano seco dall'istessa nascita il modo di ben vivere. In questa Corte si cola l'oro et ogni mancamento per piccolo che sia si censura e nota che in altri paesi [2.5] ogn'uno bada alla sua Casa, non intrigandosi né toccando i fatti del Principe per tema di non cadere in qualche laberinto da essi non giudicato e non pensato. Di qual fattione sia per essere in evento di sede vacante non si sa di certo per molte cause. La prima per esser obligato al Papa per la sua promotione motu proprio e di spontanea volontà, sarà però obligato a seguitare la fattione del Nipote. La seconda per esser il Duca suo fratello di natura simile al Duca vecchio di Savoia, che talvolta si voltava a favor di questo e tal hor di quell'altro, sia però per mettere sossopra il cervello di questo Cardinale perché vorrà che dia il voto a chi a lui piacerà.[2.6] L'altra poi come Principe non vorrà soggettarsi a capo di fattione alcuna [2.7] et il suo voto lo vorrà libero. Ma tralasciando da parte questi dubii dirò che sarà francese quando però pigliasse la protettione di Francia o di Portogallo,[2.8] ma quando ciò non succeda sarà sempre del partito austriaco, mentre così anco sua madre sempre ha avvertito i suoi figliuoli dicendo: Figliuoli miei siate divoti del Re Cattolico, perché sapete la buona corrispondenza che i vostri antenati hanno havuta con quella Maestà et anche come sono stati rimunerati; et il Duca non ha voluto mai ubbidirla. Si crede però che il Cardinale sia per secondare il suo genio.

[2.1] Poiché Francesco Maria era nato l'8 agosto 1619, nel maggio 1646, al momento della stesura della Giusta statera, non aveva ancora 27 anni. Morì il 12 luglio 1647.

[2.2] BNP it. 807 c. 28r-v, ASR SV 32, ASV Pio 3: «nemico de Barbarini per le cause a tutto il mondo cognite, poiché il povero Duca suo fratello per non voler acconsentire alla parentela gli furono sequestrati tutti li beni et anco mosso contro la guerra per la quale è rimasto molto esausto e disfatto quasi tutto il suo stato».

[2.3] BMP 1660, BUB 1301 (2125) aggiungono: «ma la possibilità non lo promette [sic per permette]». BNP it. 807 c. 28, ASR SV 32, ASV Pio 3: «...virtuoso e faceto; ha migliori interiori [ASR SV 32, ASV Pio 3: «intentioni»] e portamenti del fratello, è splendido ma la possibilità non lo permette».

[2.4] Non ha preso...portarà = BMP 1660, BUB 1301 (2125): manca.

[2.5] in altri paesi = ASR SV 32, c. 17v, ASV Pio 3: «nelli loro paesi».

[2.6] mettere...piacerà = BMP 1660, BUB 1301 (2125): «metter il cervello a partito più di quattro...». BNP it. 807 c. 29v: «mettere questo Cardinale a cervello in partito...». ASR SV 32, c. 18r, ASV Pio 3: «mettere a questo Cardinale il cervello a partito...».

[2.7] BMP 1660 aggiunge: «che in questo modo verrebbe a dare il suo voto a beneplacito altrui».

[2.8] di Francia o di Portogallo = ASR SV 32 c. 18r, ASV Pio 3, BMP 1660: «di Portogallo».




3. Giovanni Casimiro Vasa (BMP 1659 cc. 38r-40r) [3.1]

Il Principe Casmiro di Polonia, fratello di quel Re, professo d'alcuni anni in qua nella Compagnia del Giesù, in età di trentacinque anni,[3.2] doppo esser stato ritenuto prigione in Francia per interessi che sogliono passare tra Principi, tornato in Polonia fece risolutione di lasciare il mondo e servire a Dio nella Compagnia del Giesù onde trasferitosi d'improviso a Loreto, ivi prese l'habito della Compagnia e poi fu mandato a Roma a fare il suo novitiato a Sant'Andrea di Monte Cavallo e perché la mala complessione del Re suo fratello per ritrovarsi con un figliuolo unico non era sicurezza bastante per la successione della sua Casa alla Corona di quel reame, ha sempre procurato la Maestà Sua che il Padre Casimiro non prendesse gl'ordini sacri et a quest'effetto la felice memoria d'Urbano et il presente Pontefice ancora ordinorono a Giesuiti che non le permettessero di farsi promovere ad ordine alcuno sacro et istando poi Sua Maestà continuamente tanto appresso Urbano, quanto al presente Pontefice, Sua Santità condescese di dichiararlo Cardinale nella quarta Promotione sotto li 28 Maggio 1646. Di questo soggetto non può darsi particolare notitia stante l'esser vissuto sempre tra Giesuiti. Deve però tenersi per soggetto di gran pietà e zelo, come descendente da sangue austriaco e fratello d'un Re che tanto opera nel servitio della cattolica religione e per essersi eletto ultimamente vita religiosa è argomento indubitabile de suoi rettissimi e christiani sentimenti e costumi e se bene da principio fu tenuto di fattione spagnuola, per haverli mancato i Spagnuoli delle pensioni et altri trattamenti che se li convenivano, si va presentendo che sia più tosto per aderire alla Corona di Francia.

[3.1] La biografia di Giovanni Casimiro non c'è in BMP 1660, nonostante che nell'introduzione se ne ricordi la promozione. In BUB 1301 (2125) c. 28r-v il testo è sensibilmente diverso: «Casimiro fratello del Re di Polonia era professo della Compagnia di Giesù. Fu promosso alla porpora da Innocenzo Decimo per supplire al mancamento d'Urbano Ottavo che mai volse compiacere a quel Re di dare il cappello a Mons. Visconti tanto desiderato da quella Corona, la quale assieme non solo co'l suo Regno, ma con tutt'il mondo se ne scandalizzò. Al presente da Innocentio è stato consolato et inanimato per tal causa alla diffesa della fede di Christo, mentre questo Re è il freno di tanti mostri infedeli. Di questo Cardinale non si può dir altro perché non vien conosciuto in prattica; nell'assistere che farà nella Corte si scuopriranno subito le sue qualità».

[3.2] Giovanni Casimiro era nato il 22 maggio 1609. Creato cardinale nel concistoro del 28 maggio 1646, rinunciò alla porpora nel novembre 1647.




4. Antonio Barberini sen. (BMP 1659 cc. 43r-45r)

Frat'Antonio Barberino Capuccino fiorentino fratello d'Urbano Ottavo d'età d'anni 78 [4.1] fu come dicesi cavato per forza e con poco suo gusto dalla Religione e promosso alla porpora e dopo alcuni anni di cardinalato fece al medesimo Urbano istanza di rinunciare il cappello, quale non gli lo permise.[4.2] Questo cardinale non si è mai intrigato nel governo ecclesiastico et ha sempre biasimato assai e non poco il cattivo governo del Cardinal Francesco suo nipote, dal quale non è stato mai con buon occhio mirato; et in tempo d'Urbano non ha havuta altra carica che di penitentiere maggiore e, per poterlo fare ingerire nel governo, il Vicariato di Roma che per ciò i Barberini tennero sempre Ginetti lontano dalla Corte nelle legationi di Germania e poi in quella di Ferrara.[4.3] È huomo di mediocre scienza,[4.4] di natura robusta et osservante della sua regola ancorché sia porporato. È tanto occulto ne suoi negotii che non fa mai entrare nelle sue stanze persona veruna dove dorme, eccetto che un cappuccino che a lui serve e fa tutte l'altre cose necessarie. Si crede anche che porti camisce di lana e celitii e non si può negare che lui non sia huomo retto e di vita essemplare,[4.5] poiché in ogni cosa osserva San Francesco, eccetto però che nell'elemosine che molto poco o per dir nulla ne fa, dicendo esser povero Cardinale. È soggetto papabile, ma non si da il caso possa ascendere a questo supremo grado se non quando morissero il cardinal Francesco, Antonio e Taddeo e che vi condescendessero i Cardinali e le Corone.[4.6] Di qual fattione si sia non si sa poiché s'è mantenuto sempre independente e che come huomo di conscienza dona il suo voto a chi pare a lui sia di maggior merito.

[4.1] d'età d'anni 78 = BNP it. 807 c. 33v, BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32, ASV Pio 3: «è huomo vecchissimo». Antonio Barberini senior era nato nel 1569. Morì l'11 settembre 1646.

[4.2] BNP it. 807 c. 34r, BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32, ASV Pio 3 aggiungono: «ma, dico io, perché non lo rinuncia adesso che non ha chi l'impedischi? eh che son favole. Capuccino fe' appunto come fanno alcuni bravi che temono la morte e le ferite, vorrebbono mostrare il lor valore ma senza offesa [BMP 1660: «senza effetto»], e però cercano di far questioni in luoghi publici dove subbito possino essere divisi e chiamati valorosi ma non si veggono mai in luoghi solitarii et occulti per tema di lasciarvi la vita. Adesso sarebbe tempo oportuno di renunciare non uno ma 10 cappelli per il bisogno che ne tiene Innocentio per dar satisfattione alli Nuntii et alle Corone».

[4.3] BNP it. 807 c. 34v, BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32, ASV Pio 3: «se per poterlo far maneggiare il Vicariato di Roma, hanno li Barberini sempre tenuto lontano Ginetti o nella Legatione di Germania o in quella di Ferrara». Marzio Ginetti, Vicario di Roma dall'ottobre del 1629, fu Cardinal Legato a Bologna nel 1635 e a Ferrara tra il 1640 e il 1643. Nel 1636 Urbano VIII lo inviò al congresso della pace in Germania.

[4.4] BNP it. 807 c. 34v, BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32, ASV Pio 3: «È huomo savio ma ignorante».

[4.5] BNP it. 807 c. 35r, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 aggiungono: «è più vecchio lui che non era Urbano». In ASR SV 32 e ASV Pio 3 le parole più vecchio lui sono sottolineate.

[4.6] BNP it. 807 c. 35r, BMP 1660, BUB 1301 (2125), ASR SV 32, ASV Pio 3: «ma non vi è per lui speranza alcuna; potrebbe essere che se morissero Francesco, Antonio e Taddeo e lui si trovasse vivo che vi condescendessero i Cardinali e le Corone, ma non lo credo».




5. Gian Domenico Spinola (BMP 1659 cc. 53v-56v)

Giovan Domenico Spinola del titolo di Santa Cecilia nobile genovese d'anni 67 [5.1] si pose in prelatura comprandosi il Chiericato di Camera et poi l'Auditorato a tempo di Paulo V che, conoscendolo affatto ignorante d'ogni scienza, non volse mai donargli la porpora, ma questo non sodisfa poiché se Paolo V fece questa deliberatione perché era ignorante, o doveva fargli rinonciare l'Auditorato della Camera overo farlo Cardinale, perché si sa molto bene esser più bisogno in quell'officio di persona dotta che nel Cardinalato, però fa di mestiere dire che non volse farlo Cardinale perché non era di suo gusto.[5.2] Da Urbano Ottavo fu promosso alla porpora per poter pigliar denari, che però per la lunghezza del tempo che è stato essercitato in quell'offitio divenne molto ricco per il che poteva ragionevolmente dirsi haversi quadruplicatamente rinfrancati i denari spesi a detti offitii. È huomo vecchio e soggetto papabile ma la patria solo gli sarà di grand'ostacolo.[5.3] Per le sue buone qualità è ben visto da tutto il Sacro Collegio. È ufficioso e non si scorda facilmente de benefizii ricevuti. È molto amato dal Re Cattolico dal quale fu provisto dell'Arcivescovato di Matera in Regno, dove andò alla visita e lo rinunciò per essere tutta quella diocese montagnosa, et in cambio di questo fu proveduto del Vescovato di Mazzara nel Regno di Sicilia, ma il vero et antico titolo di quella Chiesa, dove prima si risedeva era Trapani che per haver violentemente fatto morire il Vescovo si trasmutò la residenza e titolo in Mazzara nella marina. Francia non l'escluderebbe per altro se non per conoscerlo troppo affettionato spagnolo che per altro è buonissimo signore e meritevole. Al Gran Duca non dispiacerebbe la sua assuntione, ma li patrioti non lo desiderano per non vedere essaltata maggiormente una casa della nobiltà nuova.[5.4] In ogni Conclave è per tenervi buona parte al Pontificato. È stato et è amico degli Barberini, però quelli poco se ne fidano. Si finge sempre esser povero per non far spesa.[5.5] A tempo della sua gioventù gli dilettavano molto li festini, comedie et altri spassi e veglie, ma hora ama la retiratezza et è di vita essemplare e molto timoroso di Dio e governa con ogni zelo e carità la sua gregge. Ha molti nipoti, ma però il suo più diletto e caro è l'Abbate Gio Battista Spinola giovane litterato, generoso e di candidi costumi, et essendo stato quasi per tutta l'Europa in ogni luogo per le sue buone qualità è stato ben visto et honorato.[5.6] Questo soggetto come beneficato da Sua Maestà Cattolica sempre il suo voto lo darà alli Spagnoli e seguirà quella fattione.

[5.1] Giandomenico era nato nel 1580. Morì l'11 agosto 1646.

[5.2] BUB 1301 (2125) c. 41r: «ma io non mi tengo sodisfatto di questo partito (perché era ignorante non farlo Cardinale) doveva farli rinuntiare anco il Chiericato e non farlo Auditore della Camera mentre in queste carriche più che nel cardinalato si richiede persona dotta; però bisogna confessare che...». BNP it. 807 c. 44r, ASR SV 32, ASV Pio 3: «...o per questa o per altra causa non s'è mai penetrato, solo ch'era ignorante». Braccini, c. 120r: nell'Auditorato di Camera «si dimostrò tanto inabile [...] che né Paolo né Gregorio si risolsero di levarnelo, amando più tosto di rimediare a' danni che cagionar poteva [...] con assegnargli luogotenenti abili, che di innalzarlo a grado maggiore per torli l'occasione di maggiormente nuocere al pubblico».

[5.3] Pronostico del conclave (incipit: "Io voglio pur credere..."), in Conclavi 1691 p. 326: «Spinola del titolo di Santa Cecilia è genovese e questo è il più gagliardo ostacolo che sia per incontrare nel Conclave che per altro non ha intoppo di consideratione. Haverà contrari li cardinali compatriotti che per esser tutti del corpo della nobiltà nuova non vorranno maggior essaltatione nella fattione degl'emoli». BAV, Barb.lat. 4592, cc. 199-204, Del Card. Spinola (incipit: "Perché il Card. Spinola...") che fa parte del Discorso dei card. papabili (copie in BAV, Ott.lat. 2435, cc. 276-362b, Barb.lat. 4674 c. 108 e Chig. I.III.87, cc. 282-325): «Incontrerà valevoli oppositioni ne Cardinali di Genova, come quelli che per la maggior parte del corpo della Nobiltà nuova non vorranno vedere esaltata una delle famiglie vecchie».

[5.4] Sic per vecchia. L'errore è presente anche in BMP 1660 e BNP it. 807: probabilmente ha origine, per il salto di una o due righe, nei testi citati alla nota precedente.

[5.5] BNP it. 807 c. 45r, BMP 1660: «...sopra questo basta solo dire che sia genovese».

[5.6] BNP it. 807 c. 45 v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 scrivono erroneamente: Filippo invece di Gio Battista. BAV, Barb.lat. 4592, Del Card. Spinola (incipit: "Perché il Card. Spinola..."), cit., c. 202r-v: «...spiritosa e bizzarra natura dell'Abate Gio Battista scielto tra molti suoi nepoti per il più atto al governo [...] letterato generoso e perspicacissimo [...] È sogetto di machine grandi, di spiriti nobili e reputato da ogn'uno del tutto simile ad un Card. Lodovisi. Questi ha visto tutte le Corti d'Europa, e si è trattenuto in quella di Madrid et in tutte ha cercato di prendere il governo la natura e gl'interessi de Prencipi, onde è capace delle massime sostantiali d'ogni Principato con intende[r] ove sian volte le loro ragioni di stato...».




6. Cesare Monti (BMP 1659 cc. 69v-71r)

Cesare Monti d'età d'anni 54 [6.1] è milanese e fu figliolo d'un Senatore di quella Città. Arrivato in Roma si pose in prelatura e poi fu da Urbano inviato nuntio in Napoli e per la promotione al cardinalato di Panfilio, nuntio in quel tempo in Spagna, fu in suo luogo inviato Monti alla detta nuntiatura, nella quale acquistatasi la gratia di quel Re,[6.2] ricevé da quello molti segni di buon affetto, di doni con diverse pensioni e poco dopo fu dal medesimo Urbano promosso alla porpora,[6.3] che succedé poi la morte dell'Arcivescovo di Milano, fu a lui parimente conferita quella Chiesa, la quale ha sempre governata e governa con molto zelo del servitio di Dio e sodisfattione della sua gregge.[6.4] È di sufficiente ricchezza, dotto, di retti sensi, di vita essemplare,[6.5] stimato dal Re Cattolico e dal Gran Duca di Toscana, col quale ha passato e passa buonissima corrispondenza. È soggetto papabile, ma non molto vecchio, il quale sarebbe un ottimo Pontefice per la Chiesa di Dio e beneficio della Republica Christiana. Gode qualche aura appresso il Sacro Collegio e solo la Francia lo può contrastare per essere milanese e come tale poco amorevole di quella natione, sendo devotissimo di casa d'Austria, che per altro non ha intoppi di consideratione.

[6.1] Nato nel 1593, Monti sarebbe morto il 16 agosto 1650. La sua biografia è data come "desiderata" nella Tavola de Cardinali alla fine del volume a stampa della Giusta statera.

[6.2] BNP it. 807 c. 51r, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «Nuntio in Spagna dove si acquistò la gratia di quel Re».

[6.3] BNP it. 807 c. 51r, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «riportando da Sua Maestà molti doni e pensioni. Il detto Monti avanti andasse in Spagna fu anco Nuntio in Napoli perché quando Panfilio era in Spagna Monti era in Napoli, Panfilio fu fatto Cardinale e Monti andò in Spagna».

[6.4] quale...gregge: manca in BNP it. 807, BMP 1660; c'è invece in BMP 1659, al cui testo si conforma il volume a stampa.

[6.5] di sufficiente...essemplare = BNP it. 807 c.51r-v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «non è molto povero, è huomo intendente, capace e di retti sensi, è molto timoroso di Dio, ha pasciuto e pasce con molta lode la sua gregge e con gran decoro et è assai amico de' poveri, non è vitioso, non ha difetto alcuno, mena vita esemplare, da giovanile età si mise in Prelatura et ha occupato molti governi e cariche».




7. Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu (BMP 1659 cc. 71r-72v)

Don Alfonso de Plessis di Ricchelieu cavaliero nativo francese d'anni 64.[7.1] Questo era fratello del defonto Cardinale di Richelieu. Era monaco certosino e fu promosso alla porpora da Urbano Ottavo ad istanza del Re Christianissimo a preghiere del defonto sudetto e mentr'era Cardinale gli fu conferito l'Arcovescovato di Lione, dal quale prese il nome per distinguere un fratello dall'altro. È Principe molto ricco e nella Francia è stato stimato assai per essere del sangue di Richelieu, ma hora per la morte del sudetto par che resti assai diminuita la stima che di lui si faceva in quella Corte.[7.2] In Roma non gode altr'aura che quella della porpora per il suo voto, perché se non succede sede vacante per intervenire all'elettione del Pontefice, non viene mai alla Corte. È huomo da bene e di candidi costumi, poiché nel passato Conclave si fece intendere che il suo voto era per donarlo anco ad un spagnolo nativo, purché l'havesse conosciuto buono per il governo della Christianità et in beneficio della Santa Sede, come in effetto fece, poiché senz'altra replica condescese subito in Pamfilio, non per contravenire a gli comandamenti del suo Re, ma perché vi concorrevano gli capi della sua fattione. Di questo Cardinale se ne può poco discorrere per non esser molto noto nella Corte dimorando sempre nella residenza della sua Chiesa o in altro luogo della Francia, e per non esser soggetto papabile [7.3] è superfluo il distendersi più in oltre.

[7.1] Richelieu era nato a Parigi nel 1582.

[7.2] BNP it.807: «nella Francia è stimato assai, ma in Roma non gode...».

[7.3] BNP it.807, ASR SV 32, ASV Pio 3: «e non essendo soggetto papabile per essere francese è superfluo...».




8. Alessandro Bichi (BMP 1659 cc. 77r-80r)

Alessandro Bichi nativo di Siena d'età d'anni 57 era nipote del vecchio defomto Cardinale di questo cognome,[8.1] quale Alessandro essendo stato coetaneo di Barberino in tempo andavano alle scuole del Collegio Romano passò però sempre tra di loro corrispondenza [8.2] tale che tra di essi seguì conditionata conventione, che chi prima di loro zii fusse assunto al pontificato havesse procurato il Cardinalato al compagno, come puntualmente seguì, poiché fatto papa il Cardinal Maffeo Barberino, lo fece mettere in prelatura e poi inviato alla Nuntiatura di Francia, che succedendo in quell'istante la morte del vecchio Cardinal Bichi, oltre le iterate istanze fattene da detto Barberino, parve anche convenevole ad Urbano per la buona corrispondenza haveva col defonto Cardinale e per essersi portato con molta sua lode e sodisfattione del Christianissimo in quella Nuntiatura, fu promosso al Cardinalato, che perciò nel partirsi da Parigi per la Corte di Roma, oltre l'esser stato da quel Re rimunerato con molti doni e pensioni, ricevé anche da quella Corona il piatto e gli fu conferito il Vescovato di Carpentras nello Stato d'Avignone. Questo cardinale è in modo francese che si puol dire per la di lui fedeltà verso quella Corona, ostinato francese, come s'è visto per esperienza nel passato Conclave, che mai volse inclinare al partito di Pamfilio, se non quando forzatamente fu astretto a concorrervi, non restando da lui a fare ogni sforzo per l'esclusione di detto soggetto, con fare anche palese alla Maestà Christianissima tutto il successo e negotiato del Conclave, che quando poi fu eletto et adorato disse al Pontefice questa precise parole: "Beatissimo Padre quello ch'io ho operato contro la persona di Vostra Beatitudine non è stato per malevolenza o odio, ma solo per dimostrare al mio Re la fedeltà si conviene, sotto la protettione della quale vivo, ma hora che vedo non poterne far di meno insieme con gl'altri vi accetto, m'inchino e v'adoro". Al che rispose il Papa: "Conosciamo la vostra buona volontà, siate bendetto". Il Re fa gran conto e stima di Bichi e per il tempo [8.3] che dimorò in Roma essercitò in vece d'Antonio la comprotettione, quale fu dopo la partenza alla sua residenza transmessa a Grimaldi et hoggi con amplo titolo il Cardinal d'Este, havendone ricevuto brevetto mandatoli dal Re per le mani dell'Abbate di San Nicolò. Si partì di Roma Bichi perché Innocentio confirmò la bolla d'Urbano d'andare i Vescovi alle loro residenze, et anco perché conosceva non essere molto ben visto da quello. Nella Corte s'ha acquistato molti nemici per il suo libero parlare non essendo molto amico di Barberini per gli mali offitii fattigli appresso quella Corona. [8.4]

[8.1] Nato nel 1596, al momento della stesura della Giusta statera Bichi non aveva che cinquanta anni. Zio di Alessandro era il Cardinale Metello Bichi, promosso nel concistoro del 17 agosto 1611 e morto il 14 giugno 1619.

[8.2] BMP 1660: «passò tra loro sempre buona legge et corrispondenza». L'espressione «buona legge», che in altri manoscritti diventa «buona lega», ricorre in questo significato in altri luoghi, per es. nella biografia di Cecchini in BMP 1659, BMP 1660, BCR 1248 e nel volume a stampa, p. 16. ASR SV 32 c.41r, ASV Pio 3: «buona intelligenza».

[8.3] Bichi e per il tempo... = BNP it. 807 c. 68v, BMP 1660, : «Bicchi et quando si trova nella Corte si serve di lui in cose d'assai confidenza et per il tempo...».

[8.4] BNP it.807 c. 68v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 continuano: «La patria nativa di questo Cardinale è Siena et è vassallo del Gran Duca, ma odiato da quello».




9. Vincenzo Maculano (BMP 1659 cc. 77r-80r)

Fra Vincenzo Maculano d'anni 64 [9.1] è nativo d'una terra chiamata Fiorenzola nello Stato di Piacenza. Si fece frate di San Domenico e fu dal Cardinal Scaglia anteposto sendosi poi da se medesimo offerto per Commissario del Sant'Offitio. Fu per la renuntia dell'Acquanera, in quel tempo Commissario, sostituito in suo luogo et havendo per alcun tempo essercitata detta carica, fu parimente fatto Mastro del Sacro Palazzo e scorto da Urbano il suo gran talento et habilità nelle fortificationi lo promosse al cardinalato.[9.2] Ha diversi fratelli che per essere di vil nascita e rozzi non gli ha permesso che venghino alla Corte, ma solo fatto venire due piccioli nepotini che tenne appresso di sé, essendo questi i più cari e diletti.[9.3] Mentre era nella Religione è stato sempre come povero fraticello sovvenuto da Monsignor Foppa bergamasco, al quale rinuntiò l'Arcivescovato di Benevento nel Regno di Napoli conferitoli da Urbano Ottavo, e quando lui fusse Papa sarebbe il Cardinal Regnante.[9.4] Roma non desidera questo soggetto [9.5] per esser stato autore di tante fortificationi, per le quali da detto Urbano furono imposte tante gabelle e gravezze, temendo non haver a seguitare l'imprese incominciate e rovinar lo Stato Ecclesiastico con nuove impositioni, [9.6] si che per questo et altre cose che per brevità si tralasciano, hebbe principio e vero fondamento la sua grandezza e l'acquisto della gratia de Barberini e da Urbano istesso, il quale seguito il contenuto se lo riservò in petto e poi lo publicò, come s'è detto, Cardinale, che per altro l'Italia teneva più esperimentati muratori, né mancava loro chi sapesse spianar vigne e mandar con quelle in bordello le povere famiglie per vano capriccio d'Urbano predetto. È di mediocre sapere, non molto elemosiniero, ma di natura altiero et arrogante.

[9.1] Nato a Fiorenzuola d'Arda nel settembre del 1578, nel 1646, al momento della stesura della Giusta statera ne aveva 68.

[9.2] Commissario del Sant'Offitio...cardinalato = BNP it.807 c. 105v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «Commissario del Sant'Officio per proseguire la causa contro il nepote del cardinale Centini d'Ascoli in luogo del Padre Commissario Acquanera, che renuntiò la carica più tosto che ingiustamente fabricar processi et condennare chi non meritasse morte. Gli fu dato poi il Magistrato del Sacro Palazzo e d'indi, con occasione della Guerra Barbarina dove dimostrossi molto dedito et atto alle fortificationi e spianò per quelle molte antiche e delitiose ville, per il che, benché si acquistasse la gratia del Papa, s'acquistò anco grandissimo odio del popolo e nobiltà, ascese alla porpora».

[9.3] piccioli nepotini...diletti = BNP it.807 c. 106r, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «piccioli nepotini a quali porta grand'affetto et amore et haverebbe fatto e farebbe ogni gran cosa etiam dio con industria rusticale per accumulargli qualche peculio».

[9.4] e quando...Regnante = BNP it.807 c. 106v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «e quando mai lui fusse Papa (che non vi è pericolo) il detto Foppa sarebbe il Cardinal regnante». Se Maculano diventasse Papa, si legge nella Papeide sive Vaticinio del futuro conclave (incipit: "Io voglio pur credere...", BAV, Barb. lat. 4674, cc. 78v-79v, edito in Conclavi 1691, II, pp. 308 sgg. col titolo Pronostico del Conclave fatto per la sede vacante di Urbano VIII) «sarebbe presso di lui potente mons. Foppa che in stato privato hebbe fortuna di obligarselo». Gio Battista Foppa, oratoriano, e suo fratello Marcantonio, studioso e editore di Tasso («persona erudita» lo diceva l'autore del Discorso sopra quei Cardinali Papabili che passano 55 anni, incipit: "Non era se non cosa", BAV, Barb. lat. 4673, c. 161v) «se l'obbligarono [Maculano] con sussidi di denari nel suo più debole stato onde ne traggono i suoi favori» (BAV, Chig. I.III.87, [Cesare Magalotti], Discorso sopra i cardinali viventi nella presente sede vacante nell'anno 1644, c. 315v).

[9.5] BNP it.807 c. 106v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «anzi l'odia a morte».

[9.6] Di qui in avanti il testo in BNP it.807, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 si discosta sensibilmente da quello di BMP 1659: «né li Cardinali romani condescenderanno mai alla sua elettione et in particolare Matthei, che sta quasi sitibondo del suo sangue per havergli fatto disfare la metà dell'antica e famosa villa Mattei per le spropositate sue architeture inutili. Maculano si ha compro può dirsi il cappello a prezzo del sangue humano, che da Urbano come dissi fu fatto Commissario e fé morire infamemente il prete Barbone più perché era confidente di casa Peretti e confessore di Gregorio XV° che per li suoi puerili e semplici delitti degni più tosto di correttione che della fune e dopo fé morire nelle carceri l'Abbate di Santa Prassede senza mai potersi ricreare con una camiscia bianca, benché fusse stato per lungo tempo prigione, non per altro eccetto che per la buona servitù e stretta amicitia quale senz'offesa humana né divina teneva col Gran Duca e se ben si mirasse ne i mali compilati processi troveranno quello che mai si confessò né oprò e da quel tempo Maculano acquistossi la gratia delli Barberini unitamente con quella d'Averno et in quel punto medesimo fu cardinale in petto et in questa maniera Maculano divenne crestato, che per altro l'Italia teneva più esperimentati muratori, né mancava loro chi sapesse spianare vigne e mandare con quello in bordello le povere famiglie per vano capriccio d'Urbano 8° [in BMP 1660 manca il brano: et in questa maniera...d'Urbano 8°]. È ignorante affatto di scienze, non molto elemosiniero, arrogante e camina benché sia Cardinale per la città con la berretta roscia in testa e la patientia dell'habito rivolta su le spalle per guardare la fabrica della sua casa. Dico dunque io che se questo vivesse più anni che Noè non sarà mai per divenir Papa».




10. Gil Carillo Albornoz (BMP 1659 cc. 64r-66r)

Egidio Carillo Cardinal Albernoz nobile spagnolo d'età d'anni 65 [10.1] fu promosso alla porpora da Urbano 8° ad istanza del Re Cattolico, essendo per l'avanti prelato. Questo cardinale è assai ricco per le rendite e per l'abbadie che gli ha somministrato e somministra il suo Re per esser stato sempre confidente della Corona et in ogni evento che in Roma non vi fosse Ambasciatore tutte le regie lettere vengono dirette a lui. È stimatissimo soggetto dal Sacro Collegio et anco da tutta la Corte per l'autorità c'ha tenuta e tiene dal Re, poiché tutti gli Ambasciatori che vengono in Roma si confidano e consultano con lui, il quale parimente istruisce tutti gl'offitiali e ministri reggii. A tempo d'Urbano haveva qualche poca, ma non molta autorità, perché essendo quello d'inclinatione francese, teneva però poco conto di Spagnuoli. È cavaliero di maturo consiglio, dotto e saggio nel suo negotiare.[10.2] Il Re lo fa assistere continuamente nella Corte e lo mantiene splendidamente per valersene nell'occorrenze e nel passato Conclave è stato capo della fattione spagnola, dandone lui, come prudente, l'autorità a Medici e non si faceva né succedeva cosa veruna che non se la communicassero insieme, che però s'è veduto il felice esito della di loro negotiatione a pro del presente Pontefice,[10.3] il quale fa non poco conto di detto Albernoz, né gl'ha negato, né sarà per negargli mai gratia veruna per grande che sia, quando però glie la chiedesse.[10.4] Il sudetto Re Cattolico l'haveva per l'avanti in qualche concetto e stima, ma hoggi per l'operatione fatta nel Conclave se l'ha quasi obligato e non succede cosa per grande che sia di suo interesse che non l'avvisi. È grand'huomo da bene, di santi costumi et è grand'elemosiniero, non è molto amico d'Este per la mutatione fatta da lui dalle devotione austriaca alla francese. L'opera insomma et i costumi di questo soggetto meritano il Papato, ma ciò rendesi difficultoso per esser ibero.[10.5]

[10.1] Aggiunto sul margine destro: «questo card. è m. anno 1650». In realtà Albornoz morì il 19 dicembre 1649 all'età di settant'anni (era nato nel 1579).

[10.2] BNP it. 807 c. 61r, BMP 1660: «...dotto e savio. Nel negotiare non corre a furia e senza consideratione».

[10.3] BNP it. 807 c. 61v, BMP 1660 aggiungono: «poiché Innocentio non sarebbe Papa se questi due sogetti non si fussero adoprati con vigilanza e destrezza e da essi può riconoscere la sua grandezza».

[10.4] BNP it. 807 c. 61v, BMP 1660 continuano: «havendo assai faticato per lui».

[10.5] BNP it. 807 c. 61v, BMP 1660: «e per questo non si parla più oltre».




11. Giambattista Altieri (BMP 1659 cc. 147v-150r)

Gio Battista Altieri nobile romano d'età d'anni 58 [11.1] fu maggiordomo della Casa Borghese, poi [11.2] fu provisto del Vescovato di Camerino, ove dimoratovi per qualche tempo, parimente ne fece rinuntia in persona del suo fratello [11.3] e da Urbano 8° gli fu conferita la carica di Vicegerente, nella quale portatosi con molta sua lode.[11.4] In riguardo delli suoi meriti e della gratitudine usata sempre verso i Barberini, fu promosso alla porpora e conferitoli il Vescovato di Todi. Succedendo poi il caso di sede Vacante in Conclave, temendo Barberino di questo soggetto per la di lui servitù prestata, come si è detto, alla Casa Borghese, lo contrariò non poco, in riguardo degli molti disgusti dati a quei Signori et in particolare per lo Stato di Meldola, che ne furono sì ingiustamente privati come è notorio et hoggi da Innocentio X° fatta rivedere la causa, giustamente reintegrati. È soggetto vecchio di bello aspetto, godendo nella Corte grand'aura e nel sacro Collegio buonissimo concetto. È d'honesta intelligenza e particolarmente nella theologia, huomo di molta integrità di vita [11.5] benché alcuni habbino straparlato che sia effeminato, ma son tutte parole proferite da penne malsodisfatte e da servitori e parenti d'altri Cardinali pretendenti.[11.6] Ha alcuni fratelli, uno de quali è Cavaliere di Malta et Ambasciatore Residente di quella Religione, essendone un altro morto, il quale nella passata Guerra Barberina prestò molti servitii militari e dimostrò talento del molto suo valore.[11.7] È affettionato all'hodierno pontefice non meno del passato, tenendo buona corrispondenza con la sua Casa. Questo Cardinale si tiene per cosa indubitata che Pamfilio ritrovandosi in sede vacante non potendo essaltare una delle sue creature non concorrerà mai in altro soggetto che in Altieri, che per essere affettionato alla Corona di Spagna non dispiacerebbe a quella Maestà, venendo anco desiderato dall'istesso Gran Duca per essere allegro, affabile, ufficioso e non rifiuta servitio che a lui sia possibile farsi, elemosiniero [11.8] et in gran concetto appresso li Principi et in particolare di Francia e Spagna.[11.9]

[11.1] Altieri era nato a Roma il 20 giugno 1589.

[11.2] Segue cancellato: «Hebbe un Vescovato in una città del Regno di Napoli, quale rinunciato». In BNP it. 807 c.127v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 in luogo di fu maggiordomo della Casa Borghese si legge: «fu fatto vescovo d'una città in Regno dopo, havendo renuntiato quello, fu provisto...». Non mi risulta che abbia retto una diocesi nel Regno di Napoli.

[11.3] Emilio Altieri, il futuro Clemente X.

[11.4] BNP it. 807 c. 128r, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «con molta lode non solo delli christiani, ma delli hebrei istessi». Altieri ricoprì la carica di Vicegernte di Roma dal 14 febbraio 1637 al 27 marzo 1643.

[11.5] È d'honesta...vita = BNP it. 807 c. 128v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «È huomo di gran sapere. Roma attende da lui gran cose prima per essere romano, e la seconda per essere huomo da bene e di conscienza. Si mantiene neutrale di fattione, ma veramente è affettionato alla Corona di Spagna et il Pontificato di questo sogetto non dispiacerebbe a Sua Maestà...».

[11.6] parole proferite da penne...pretendenti = BNP it. 807 c. 128v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «parole che vengono da boche malsodisfatte e da servitori e parenti d'altri Cardinali pretendenti al Papato e come dissi, gli hebrei medesimi predicano che nella lor legge trovano che chi si porta bene con essi loro ha da giungere a suprema dignità, et che sendosi portato giusto nel tempo del suo governo habbi da essere Papa; ma poveri ignoranti che stiracchiano la legge a modo loro, che non dice la legge solamente chi si porta bene con li hebrei, ma con tutti et così comanda anco la legge christiana, che sarà esaltato se non in Terra in Paradiso».

[11.7] Il primo è Girolamo Altieri, morto nel 1653. Il secondo è Francesco Luigi Altieri, Sergente Generale di battaglia nella guerra di Castro, morto nel 1644.

[11.8] allegro...elemosiniero = BNP it. 807 c. 129v, BMP 1660,ASR SV 32, ASV Pio 3: «Questo sogetto nel negotiare è molto allegro et affabile, non rifiuta servitio che a lui sia possibile farsi et è elemosinario; insomma sopra il Papato vi ha gran parte e per dirla schietta se gli fusse offerta la metà del Papato purché si levasse tali pensieri dalla testa, si contentarebbe più tosto perderla che rifiutare la sua pretensione».

[11.9] BNP it. 807 c. 129v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 concludono: «e mi par gran cosa che non ci arrivi».




12. Achille d'Estampes de Valencay (BMP 1659 cc. 158r-160v)

Achille de Estampes de Valenzé di patria francese d'età d'anni 62 [12.1] era Cavaliere di Malta e venne in Italia con occasione della Guerra Urbana per militare a favore della Sede Apostolica con titolo di Generale delle soldatesche venute d'Avignone e fu inviato ad assistere in Bologna contro la Republica di Venetia, Parma e Modona dove congiuntosi col Cardinal Antonio d'animo generoso e bellicoso fecero qualche progresso in quei stati et in particolare in quello di Modena che guastorono e rovinorono tutto quel paese e sorpresero alcuni castelli e fabricorono trinciere e forti, né m'estenderò più oltre in questa materia per esser cosa troppo nota et a tutti palese, si che divenendo assolutamente Valenzé padrone dell'arbitrio d'Antonio, fu dal medesimo posto in tal grado di gratia appresso Urbano, che lo promosse senza alcuna replica alla porpora insieme con Lugo. Questo Cardinale non è molto ricco,[12.2] ma havendo havuto il piatto conferitole da Francia viene stimato ricco, benché alcuni vogliono, come probabilmente si tiene, che il Re Christianissimo non l'habbia proveduto di cosa alcuna. Non gode nel sacro Collegio aura di veruna scienza, eccetto che di valoroso soldato.[12.3] Ha diversi nipoti ricchi di beni di fortuna.[12.4] È signore d'affabili, honorevoli e cortesi trattamenti e benché sia stato soldato, non si è sentito di lui cosa di rilievo.[12.5] Il suo confidente amico era il Cardinal Firenzuola, come più vicino al suo genio sollevato alle risse, guerre e fortificationi, et a lui darebbe il suo voto più volentieri che a qualsivoglia altro soggetto. È molto obligato alla Casa barberina et in particolare ad Antonio, da cui riconosce la porpora et in servitio del quale andò in Parigi dopo l'elettione di Pamfilio per reintegrarlo nella gratia della Corona, ma essendo stata troppo fresca la piaga, non oprò nulla, non potendo ne anche avvicinarsi alla Corte, anzi fu forzato ancor lui d'ordine regio a partirsi da quel Regno. Hora per una sua grave indispositione di podagra e febre acutissima se n'è morto.[12.6]

[12.1] Valencay era nato il 5 luglio 1593 ed era pertanto sensibilmente più giovane.

[12.2] BNP it.807 c. 139r, BMP 1660: «non è ricco né povero, ma mediocremente commodo». ASR SV 32 c. 80v, ASV Pio 3: non è ricco ma povero mediocremente et ha qualche piatto conferitoli da Francia

[12.3] BNP it.807 c. 139r, BMP 1660 proseguono: «che però non può nascondersi che lui non si habbi compro il cappello a prezzo del suo proprio sangue havendo esposto a pericolo la sua propria vita. Deve lodarsi questo Cardinale perché ha pugnato a favore della Sede Apostolica e non sarebbe cattivo comandante a favore della Chiesa quando quella venisse infestata da guerre, ma quando la guerra venisse da Francia non deve fidarsi di lui, perché o non prenderebbe l'armi e'l comando contro il suo nativo Signore o prendendole non satisfarebbe all'obligo con diligenza convenevole».

[12.4] BNP it. 807 c.139v, BMP 1660: «Il Cardinale sta al più delle volte indisposto di podagra e per questa causa poche volte interviene alle funtioni et alli Concistorii per il che si tiene in Roma come non vi fusse».

[12.5] BNP it. 807 c. 139v, BMP 1660 proseguono: «perché se fa qualche scapata lo fa con ogni segretezza, cosa contraria alla natione».

[12.6] Hora...morto = BNP it. 807, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: manca. Valencay morì il 27 giugno 1646 e la frase che in BMP 1659 conclude la sua biografia sembra aggiunta nei giorni immediatamente successivi.



13. Luigi Capponi (BMP 1659 cc. 165r-166v)

Aloisio Capponi fiorentino d'età d'anni 66 [13.1] fu creato Cardinale da Paolo V e da Urbano 8° ha ricevuto non piccioli favori [13.2] et in particolare nelle liti che vertivano con gli Conti di Bagni et in altri interessi della sua Casa. Hebbe la Protettione degli Camaldoli e fu [fatto] Arcivescovo di Ravenna. È collegato d'Antonio trattando seco in Ravenna [13.3] con straordinaria domestichezza e confidenza che però si teneva per certo che gli Barberini dovessero condescendere alla sua grandezza, ma nulla giovò perché ne anche se ne parlò. Questo cardinale ha dimostrato sempre d'essere independente da ogni fattione etiam da chi lo promosse. È rimasto lui solo con il Cardinal Roma, come s'è detto, della buona scuola di quelli che intervennero alla congregatione spagnola per deponere Urbano. È huomo astuto, capacissimo et habile alle congiure e sollevationi, come quella che è impastato del sangue del Macchiavelli.[13.4] È confidente del Gran Duca del quale è vassallo e stipendiato da quello. Non è molto dotto né meno elemosiniero fingendosi povero, ma non è vero perché è Cardinale commodo. Nell'elettione di Panfilio portossi corragiosamente però vien ben visto dal Pontefice et ammesso a molte congregationi particolari di confidenza e de negotii che occorrono alla giornata.[13.5] È tenuto in qualche stima dal Sacro Collegio e da tutta la Corte.

[13.1] Sembra che Capponi fosse nato nel 1582 o nel 1583.

[13.2] BNP it. 807, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3 aggiungono: «come paesano».

[13.3] È collegato...Ravenna = BMP 1660: manca, per evidente salto del copista.

[13.4] La frase «habile alle congiure et sollevationi come impastato del sangue del Macchiavelli» si ritrova identica nel Pronostico del conclave (incipit: "Io voglio pur credere...") pubblicato in Conclavi 1691 (diverse copie manoscritte in BAV, Barb.lat 4674, c. 85r, Barb.lat 4675, c. 72r, Barb.lat 4695, c.216v), e nelle Osservazioni di Cesare Magalotti al Marchese Gabriele Riccardi (incipit: "Quanto a gli huomini...", BAV, Chig. C.III.60, c. 31): cfr. nell'appendice Scritture di Conclave il paragrafo e3.

[13.5] at ammesso...alla giornata = BNP it. 807 c. 145v, BMP 1660, ASR SV 32, ASV Pio 3: «e risiede hoggi nella Corte e lui ha havuto gran parte all'aggiustamento del Signor Cardinale d'Este et il Signor Almirante di Castiglia».



14. Michele Mazzarino (BUB 1301 (2125) cc. 149v-152v)

Fra Michele Mazzarini Romano figlio di Pietro Mazzarini Siciliano quale era bancherotto, ma sendo fallito per buona somma di denari fu necessitato ritirarsi a Roma con tutta la sua famiglia come già s'è detto, trattando del Cardinal Giulio Mazzarini suo figlio che sta in Francia, nella Statera, che però non passiamo oltre in riferire la violenta fortuna di questi Mazzarini.[14.1] Fra Michele si fece frate dell'ordine di San Domenico nella qual religione divenne alquanto intelligente, non però, per la sua giovanile età, era poco stimato né tenuto in alcun concetto. La fortuna del Cardinal suo fratello che lo fé acquistar credito et autorità appresso la Maestà di Luigi XIII Re di Francia, sollevò anco la stima et il decoro a Fra Michele, quale spinto dall'ambitione d'instradarsi alle dignità gli venne il tempo proprio [14.2] poiché fu deposto il Padre Ridolfi dal Generalato della sua religione da Urbano Ottavo per le cause a tutti note,[14.3] aiutò grandemente le sue pretensioni con l'autorità del fratello appresso la Corona di Francia. Quindi essendosi convocato il Capitolo Generale fu eletto al Generalato, qual carrica essercitò molti mesi, ma per le controversie che continuamente vertevano fra li Spagnoli mentre il Re Cattolico e l'Imperatore havevano prohibito alli frati dell'istessa religione nelli loro dominii che non dovessero riconoscere né ubidire in modo alcuno detto Mazzarini per Generale, il che vedendo Urbano Ottavo per evitare ogni inconveniente che ne poteva risultare e divertire qualche scisma che poteva nascere in quella religione, convocò di nuovo il Capitolo Generale in Roma e fu eletto per Generale il Padre Turco e detto Fra Michele fu fatto Maestro del Sacro Palazzo et da lì a pochi mesi fu promosso all'Arcivescovato d'Aix in Francia dove da quella Corona gli furono conferite molte pensioni et nell'andare alla residenza della sua Chiesa nel passaggio che fece andò a riverire la Maestà Christianissima. Dopo certo tempo ritornò in Roma sotto nome di trattar negotii importanti concernenti gl'interessi della Corona di Francia. Si parlava communemente che questo Re desiderava la porpora per questo prelato, ma communemente ancora si teneva che fosse alieno dalla mente di Sua Santità per le male sodisfattioni passato co'l Cardinal Mazzarini suo fratello a tutti cognite [14.4] et anche nel dichiararlo si vidde di mala voglia facendolo quasi forzosamente, perché già era gionto un corriero di Francia con un gentilhuomo inviato dal Cardinal Mazzarini suo fratello quale portava un brevetto di Sua Maestà Christianissima con che lo dichiarava Viceré di Cattalogna con ordine espresso che dovesse subito partire a quella volta; e mentre tuttavia si stava mettendo all'ordine, fu da Sua Santità fatto trattenere una settimana di più di quello che doveva trattenersi et havendo Nostro Signore convocato un concistoro segreto lo promosse alla porpora con altri cinque Cardinali et in questa maniera si sospese la partenza. Quindi gionta la nuova in Francia li fu inviato altr'ordine nuovo che dovesse assistere nella Corte come fece. Sono doppo successi li tumulti e sollevationi nella città e Regno di Napoli contro Spagnoli nella quale il detto Fra Michele Cardinale con le corrispondenze de frati della sua religione vi ha havuto gran parte havendo fomentato maggiormente quei popoli alla sollevatione che assieme con li fomenti del Duca di Ghisa e Marchese di Fontané Ambasciatore di Francia, l'hanno ridotte in manifesta ribellione, in modo che hanno chiamato in loro soccorso quella Corona. Questo novello Cardinale Mazzarino è alquanto intelligente, curioso e per essere giovane si dà anche al bel tempo;[14.5] saluta cortesemente chi lo riverisce e viene tenuto in gran stima dalla natione francese.[14.6] Si tiene sia vendicativo e che facci del risentito, il che vien causato dal costume fratesco et dalla sua viltà sublimata.

[14.1] come già s'è detto...si fece frate = ASR SV 32 c. 104r-v, ASV Pio 3: «Detto Pietro hebbe due figliuoli maschi e tre femine, cioè due maritate et una si ritrova monaca. Il primo figliuolo si chiama Giulio qual è Cardinal residente in Francia conforme a suo luogo si dirà; Fra Michele poi è il minore, questo si fece frate».

[14.2] proprio = ASR SV 32 c. 105r, ASV Pio 3: «propitio».

[14.3] ASR SV 32 c. 105r, ASV Pio 3: «sotto varii pretesti di legitime cause, benché communemente si è tenuto e tiene che fosse per privati interessi».

[14.4] et anche...un corriero = ASR SV 32 c. 106v, ASV Pio 3: «et anco per causa delli Barberini, per il che Nostro Signore se ne mostrò alquanto renitente in promoverlo alla porpora. Si sparse voce poco doppo che il Re di Polonia havesse intentione di far rinunciare la porpora al Cardinal Casimiro suo fratello, per fargli prender moglie, per tema di mancanza di linea, e che pregasse Sua Beatitudine che in gratia di Sua Maestà Polacca volesse trasmetterla in persona del sudetto Monsignor Mazzarini. Questo pensamento svanì e mentre si stava sopra questi giuditii arrivò corriero».

[14.5] curioso...bel tempo = ASR SV 32 c. 108r, ASV Pio 3: «curioso, amatore de' virtuosi e rimunera i meritevoli sendo di natura splendida; è persona di bel tempo».

[14.6] francese...sublimata = ASR SV 32 c. 108r-v, ASV Pio 3: «ma dalla italiana ancora. E' poi alquanto risentito e vindicativo, che perciò si suol dire per proverbio Dio ti guardi da persecutione de frati e da persone vili sublimate».


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Claudio Costantini

Fazione Urbana

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Indice
Premessa
Indice dei nomi
Criteri di trascrizione
Abbreviazioni
Opere citate
Incipit

Fine di pontificato
1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1l 1m

Caduta e fuga
2a 2b 2c 2d 2e 2f 2g 2h

Ritorno in armi
3a 3b 3c 3d 3e 3f 3g 3h 3i

APPENDICI

1

Guerre di scrittura
indici

Opposte propagande
a1 a2 a3 a4 a5 a6 a7
Micanzio
b1 b2 b3 b4 b5
Vittorino Siri
c1 c2 c3 c4

2
Scritture di conclave
indici

Il maggior negotio...
d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7
Scrittori di stadere
e1 e2 e3
A colpi di conclavi
f1 f2 f3 f4 f5 f6

3
La giusta statera
indici

Un'impudente satira
g1 g2 g3 g4 g5
L'edizione di Amsterdam
Biografie mancanti nella stampa

4
Cantiere Urbano
indici

Lucrezia Barberini
h1 h2
Alberto Morone
i1 i2a i2b i2c i2d
i2e i2f i2g i2h
i3 i4

Malatesta Albani
l1 l2


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