La giusta statera: g1 g2 g3 g4 g5 ga gb

Le molte versioni della Giusta statera




Le copie della Giusta statera, manoscritte o a stampa, che ancora si trovano in buon numero nelle biblioteche e negli archivi di vari paesi - in Italia, Francia, Inghilterra, Austria, Germania, Stati Uniti... - testimoniano, come ho rilevato in precedenza, la notevole fortuna incontrata dall'opera, ma documentano anche il rapido succedersi nel tempo di versioni diverse - e talvolta molto diverse - della scrittura, sottoposta, pur nel sostanziale permanere della sua struttura originaria, a manipolazioni continue; il che è a sua volta indizio di larga popolarità.[1]
In teoria la sequenza cronologica delle varie redazioni si dovrebbe poter ricostruire con buona approssimazione confrontando di volta in volta l'insieme dei biografati con la composizione effettiva del Sacro Collegio. La Giusta statera era infatti una rassegna dei cardinali viventi e - salvo errori od omissioni, per altro piuttosto frequenti, di redattori o copisti - ad ogni trascrizione o revisione del testo venivano espunte le biografie di quanti nel frattempo erano morti o avevano rinunciato alla porpora. Non mancano del resto copie datate della scrittura, anche se, tra lacune e incongruenze, è bene accoglierne con cautela le indicazioni: non sempre è chiaro, ad esempio, a quale fase dell'elaborazione e della circolazione del testo - stesura, revisione, trascrizione - si riferisca la data.[2]
Il primo e più ovvio obbiettivo per ricostruire l'evoluzione del testo della Statera è l'individuazione delle redazioni più vicine alla stesura originaria (ammesso che all'origine vi sia stata una sola stesura).[3] La data del 13 maggio 1646, che è - diciamo così - la data "ufficiale" della Giusta statera compare, tra quelli di cui ho diretta conoscenza, in quattro codici, che fanno parte di un gruppo di manoscritti contraddistinti dalla presenza della biografia del Cardinale Gio Domenico Spinola, morto l'11 agosto 1646, e presumibilmente compilati prima di tale data. Un gruppo più ristretto è costituito dai manoscritti che presentano anche la biografia di Valençay, scritta, con ogni verosimiglianza, quando il Cardinale, morto il 27 giugno di quell'anno, era ancora in vita. Con lo stesso criterio si può ipotizzare che le versioni nelle quali compaiono le biografie di Valençay e di Gio Domenico Spinola, ma non ancora quella del Principe Giovanni Casimiro di Polonia risalgano al periodo precedente il 28 maggio, giorno della promozione di quest'ultimo. Con il che si arriva proprio a ridosso del 13 maggio.[4]
Mentre ad ogni revisione cadevano - di regola - le biografie dei cardinali defunti, non mi risulta che siano mai state inserite le biografie dei nuovi promossi, salvo nel 1647, quando, dopo la promozione dell'ottobre, al testo del 1646 fu aggiunto un supplemento con le biografie dei sei cardinali pubblicati in quella occasione: Francesco Cherubini, Francesco Maidalchini, Michele Mazzarino, Lorenzo Raggi, Fabrizio Savelli, Cristoforo Vidman.[5] Il supplemento, per quanto ne so, non ha mai avuto una circolazione indipendente dal testo del '46; nei manoscritti più tardi scompare addirittura come testo a sé e le biografie dei sei cardinali nominati nel '47 si trovano collocate, secondo l'ordine delle promozioni, tra quelle delle creature di Innocenzo X.[6] Dopo di allora l'inserimento di nuove biografie nella Statera non si è più ripetuta, nonostante che copie della scrittura, debitamente aggiornate, si continuassero a fare. Così, ad esempio, in un manoscritto della Giusta statera conservato alla Casanatense mancano molti dei cardinali morti entro il 1654, il che suggerisce che la revisione del testo sia avvenuta alla fine di quell'anno o dopo, ma non vi compare nessuno dei ventun cardinali creati da Innocenzo tra il 1650 e il 1654, nonostante che la revisione del testo sia stata abbastanza profonda da comportare la riscrittura pressoché integrale di non poche biografie.[7]
Tra le varie redazioni della Statera c'è anche un suo completo rifacimento datato 20 febbraio 1650, e commissionato - parrebbe - da un non precisato Duca: nella dedica si fa riferimento all'«ordine che l'Ill.mo Sig. N suo Residente in questa Corte mi diede di rivedere un certo manoscritto intitolato Stadiera de Purpurati indirizzato a Vostr'Altezza Serenissima acciò contribuissi alla regolatione de diffetti che vi notarei» ed all'integrazione del testo con «quello sapevo intorno la materia che conteneva». Ne era risultato - cito sempre dalla dedica - «un volume invece d'una scrittura di pochi fogli».[8] In verità, se si eccettua una certa pulizia formale, non mi pare che il testo del rifacimento differisca gran che da quello delle altre redazioni, salvo che per il recupero delle biografie dei cardinali morti o dimessi via via espunte nel corso degli anni. In sostanza il rifacimento consisteva nella raccolta di tutte le biografie comparse nella Giusta statera dal 1646 in poi rivedute e corrette.
Tra le versioni della Giusta statera che mi sono note la peggiore è proprio quella stampata ad Amsterdam nel 1650.[9] Il testo del volume è assai scorretto e il genere di errori che vi si incontrano suggerisce una scarsa familiarità del curatore con l’italiano e con l’Italia. A parte i molti refusi, sono frequenti errori di lettura del manoscritto da cui è stata tratta la stampa (per esempio nello sciogliere le abbreviazioni o nel leggere la H come N o la doppia r come n e viceversa) che compromettono talvolta la comprensione del testo: “Prencipi” per Pontefici, “Ecclesia” per Eccellenza, “nepote Signore” per Nostro Signore, “più che” per pur che, “irretto” per inetto, “Tone” per Torre, “Canara” per Carrara, “avisono” per vivono, “Abbuozzo” per Abbruzzo e così via.
Oltre che scorretto il testo è fortemente lacunoso. Delle 68 biografie promesse («68 incirca», è detto, per l’esattezza, come se persino il curatore fosse incerto sullla consistenza del proprio materiale) il volume non ne presenta che sessanta. Alla fine del volume una “Tavola de Cardinali” enumera sessantatre cardinali (parrebbero sessantaquattro, ma solo per un banale salto di numerazione), di tre dei quali, Monti, Altieri e Capponi, si dicono  “desiderate”, e cioè mancanti, le biografie. Ma mancano anche quelle di Richelieu, di Bichi e di Maculano che nel 1650, al momento della stampa, erano ancora vivi e quella di Albornoz che lo era nel 1648, l'anno a cui il volume a stampa data la dedica. Sono presenti invece le biografie di Gaspare Mattei e di Mario Teodoli, morti rispettivamente il 9 aprile e il 27 giugno 1650, il che suggerisce che la stampa abbia preceduto quelle date. D'altra parte il frontespizio indica quella del '47 come la penultima promozione di Innocenzo, dopo della quale non c'è propriamente altra promozione che quella di Camillo Astalli del 19 settembre 1650. È possibile però, anzi è probabile, che per "ultima" promozione vada intesa la proclamazione di Antonio d’Aragona, riservato in petto nel 1647 e pubblicato solo nel concistoro del 14 marzo 1650. Lo spazio di tempo utile per la stampa della Giusta statera si restringerebbe dunque alle tre o quattro settimane tra il 14 marzo e il 9 aprile, con le oscillazioni intorno a questi termini atttribuibili ai tempi tecnici della stampa e a quelli, anche più incerti, di propagazione delle notizie.
Ma non tutte le difficoltà sono con questo risolte. Tra i biografati non c'è, conforme alle regole, il Cardinale Albornoz, la cui morte, avvenuta il 19 dicembre 1649, è esplicitamente ricordata nel testo. Ci sono però anche Orazio Giustiniani, che era morto ancor prima, nel luglio del 1649, e addirittura Agostino Spinola, morto nel febbraio e cioè molti mesi prima di Albornoz. Del resto che prima della stampa ci sia stata una qualche revisione del testo volta, se non altro, ad eliminare i defunti è tutt’altro che certo. In verità tutto fa pensare a una operazione editoriale abborracciata, fondata su un pessimo testimone e affidata a qualcuno neppure troppo al corrente di cose romane. Assai più accurata appare per questo aspetto la traduzione francese, che a pp. 233 e sgg. presenta le biografie dei «Cardinaux qui sont morts pendant les deux impressions de ce livre depuis l’an 1648» e non manca di inserire quella del filofrancese Bichi: «ce cardinal ayant esté oublié, on a trouvé à propos de dire icy quelque chose de sa personne» (p. 258).[10]



[1] I manoscritti della Giusta statera di cui ho conoscenza diretta (già elencati nel paragrafo precedente) sono: ASR SV 32, cc. 1-124, ASV Fondo Pio 3, BAM Trotti 155, BAV Barb. lat. 5102, BCR 1248, BCV Cicogna 701, BMP 1659, BMP 1660, BMV ms.it. V. 99 (5872), BNP ms. it. 807, BUB 1301 (2125), BUG C.I.3, BUG E.V.29. Ad essi si devono aggiungere quello dell’Agnesiana descritto da Capellino e quelli che sino a questo momento sono riuscito a individuare ma non a consultare: il BLL Add. 8371, f. 2-116 (La Statera de Purpurati dove s'intende la nascita, vita aderenze, ricchezze, officii, dignità et cariche di ciascun Cardinale; privo di data, il catalogo della BLL lo data 1644-1655), il BLL Add. 10631 (La statera de' Purpurati, dove s'intende la vita, nascita, adherenze, possibilità, ricchezze, offizii, dignità e cariche di ciaschedun Cardinale hoggi vivente e vi s'intenderà anche le loro virtù, vitii, meriti e demeriti; il catalogo lo dice «composed in 1654»), il BLL Add. 10708 (La Giusta Stadiera de' Purpurati, l'anno 1647) e il Cod. Ser. n. 1882 della Nazionale di Vienna datato 20 maggio 1646 (Alfred Noe, Verzeichnis der italienischsprachigen Handschriften in der Österreichischen Nationalbibliothek, www.ksbm.oeaw.ac.at/wienonb/noe/katsn1a.htm). Segnalo anche una scrittura datata 27 luglio 1651, che, più breve della Giusta statera, ne ripiglia però modi, concetti, espressioni: ASV, Fondo Pio 4, cc. 2-12, Discorso sopra alcuni cardinali papabili l’anno 1651, incipit (f.3r): “Ser. Principe, dalli molti accidenti e novità…”. L'autore di questa scrittura dice nella dedicatoria di essere stato stimolato a scriverla in occasione della malattia di Innocenzo X «da diversi miei intrinseci amici e con duplicate lettere anco comandatomi dal Ser.mo Prencipe del Sig. Cardinale d'Este fratello di V.A. mio principalissimo padrone», il che, pur con qualche oscurità, parrebbe rinviare all'ambiente dell'agente di Modena Francesco Mantovani. Esemplari dell'edizione di Amsterdam si trovano alla Nazionale Centrale di Firenze, alla Braidense, alla Casanatense, alla Corsiniana, alla Marco Besso di Roma, mentre alla Nazionale di Napoli e alla Vaticana se ne conservano della traduzione francese. Fuori d'Italia non mancano esemplari dell'edizione di Amsterdam (ce ne sono per esempio alla BNP e alla BLL ma ne compiono talvolta anche sul mercato antiquario) e delle successive traduzioni francesi e inglesi.

[2] È il caso del manoscritto BMV It. V.99 (5872), La Giusta Stadera De’ Porporati ove s’intende la vita, nascita adherenze, richezze, offitii, dignità, cariche, virtù, vittii, meriti e demeriti di ciascun Cardinale hoggi vivente eccetuato quelli dell’ultima promottion fatta da In.o X° Pamfilio etc. Dedicata all’Alt.a Ser.ma del Sig.r Prencipe Mattias Medici, fr.ello del Gran Duca di Toscana. Datta in Roma l’anno MDCLV: la data espressa nel frontespizio è contraddetta all'interno da alcuni precisi richiami cronologici che farebbero risalire la stesura del testo - in tutto o in parte - ai primi mesi del 1650: ad esempio di Federico Savelli si dice a c. 29v che «da due mesi in qua passò da questa ad altra vita». Poiché Federico Savelli morì il 19 novembre 1649, l'annotazione non può che risalire al gennaio 1650: una datazione che trova più ampia conferma nella presenza tra i biografati di tutti i cardinali morti dal 1650 in poi. La data del 1655 potrebbe riferirsi alla semplice trascrizione, come accade alla copia presente nel codice BCV Cicogna 701, «scritta in Venetia li 9 Genaro 1743/4», da segnalare quale convincente testimonianza dell'interesse che la Statera continuava a suscitare a quasi un secolo dal suo apparire.

[3] Mi limito qui ad esprimere un dubbio e a portare un esempio. I due manoscritti della Bibliothèque Mazarine, il 1659 e il 1660, la cui stesura risale al maggio-giugno del 1646, sono strettamente imparentati tra loro; mostrano tuttavia caratteri assai diversi, quasi che diverso fosse il pubblico a cui si rivolgevano. Il ms. 1659 non è solo formalmente più corrento dell'altro, ma anche più controllato nei giudizi. Una differenza di rilievo è l'eliminazione nel ms. 1659 di qualsiasi riferimento alla pratica - che in tutte le altre redazioni della Giusta statera costituisce la seconda delle quattro specie di promozioni illustrate all'inizio della scrittura - di fare Cardinali allo scopo di rivendere le cariche da loro possedute e fare, facilmente e rapidamente, quattrini.

[4] Recano la data del 13 maggio 1646 i manoscritti BMP 1660, La giusta statera de' Cardinali, BUG C.I.3, pp. 657-771, La giusta statera de' porporati. 1646, ASR SV 32, cc. 1-124, La giusta Statera de Porporati (a cc. 99-124, la Nuova aggiunta alla Giusta Statera delli nuovi Cardinali creati dalla Santità di Nostro Signore Innocenzo Decimo li 7 ottobre 1647), ASV Pio 3, senza titolo (nell'indice in apertura del codice compare come Statera de Cardinali nel tempo di Innocenzo X et aggiunta 1647). La copia della Statera della Nazionale di Vienna, citata nella nota [1], che non ho visto, è datata 20 maggio 1646. I mss. ASR SV 32, ASV Pio 3 sono praticamente identici e presentano negli stessi luoghi sottolineature che parrebbero opera di uno stesso revisore, forse in vista di ulteriori copie: se così fosse, sarebbero modelli di bottega. In ASR SV 32, ASV Pio 3, BUG C.I.3 e in BNP it. 807 c'è la biografia di Valençay ma non quella del Principe Casimiro; si tratterebbe dunque delle redazioni più antiche, databili tra il 13 e il 28 maggio 1646. Lo stesso potrebbe valere per BMP 1660, che per l'andamento corsivo, la presenza di commenti, correzioni, aggiunte, parrebbe una copia di lavoro: la promozione di Casimiro è però ricordata nell'introduzione, sicché bisogna supporre o che il testo sia stato redatto dopo il novembre 1647, data delle dimissioni di Casimiro, il che sembra poco probabile vista l'assenza di qualsiasi accenno alla promozione dell'ottobre di quell'anno, o che l'introduzione sia stata aggiunta in un secondo momento. La biografia di Valençay compare anche in BMP 1659, ma una nota conclusiva, che sembra aggiunta all'indomani dell'evento, ne segnala la recente scomparsa: «hora per una sua grave indispositione di podagra e febre acutissima se n'è morto»; qui la presenza del Principe Casimiro tra i biografati conferma che l'epoca della stesura è successiva al 28 maggio. La biografia di Gio Domenico Spinola compare oltre che nei primi quattro mss. sopra indicati, anche in BMP 1659, BNP it. 807, BUB 1301 (2125).

[5] Un settimo cardinale, Antonio d'Aragona, riservato in petto nel 1647 e pubblicato nel concistoro del 14 marzo 1650, ma morto nell'ottobre dello stesso anno, non si trova biografato in nessuna versione della Giusta statera di cui ho conoscenza. Il supplemento del '47 compare come tale in almeno tre manoscritti: uno, già appartenente alla preziosa raccolta del Cardinale Bernardino Spada, si conserva nell'Archivio di Stato di Roma (ASR, SV 32, cc. 1-124, La giusta statera de Porporati; a cc. 99-124 la Nuova aggiunta alla Giusta Statera delli nuovi cardinali creati dalla Santità di Nostro signore Innocenzo Decimo li 7 Ottobre 1647); un altro è oggi nel fondo Pio dell'Archivio Segreto Vaticano (ASV, Fondo Pio 3; a cc. 98-110 la Nuova aggiunta alla Giusta Statera...); il terzo è conservato alla Universitaria di Bologna (BUB, 1301 (2125), Giusta Statera de' porporati viventi 1647; a cc. 144 e sgg. la Nuova Giunta alla Statera ecc.). Un quarto dovrebbe essere il BLL Add. 10708, La Giusta Stadiera de' Purpurati, l'anno 1647 citato di sopra, che non ho visto.

[6] E cioè seguendo, come è consueto in questo genere di scritture, l’ordine progressivo delle promozioni (dalla più antica alla più recente) e - meno rigorosamente, soprattutto per i pontificati più lontani - quello regressivo dei pontificati (dal Papa vivente al più antico di cui fosse ancora presente nel Sacro Collegio una creatura). Appartengono a questo gruppo i manoscritti BAV Barb. lat. 5102, BAM Trotti 155, BUG E.V.29 (datato 1650), BMV it.V.99 (5872) (datato 1655, ma che, come ho detto più sopra risale con ogni probabilità al 1650), BCR 1248, BCV Cicogna 701 (datato 9 gennaio 1743/4). Vi appartiene anche il ms. dell’Agnesiana descritto da Capellino e il testo edito ad Amsterdam nel 1650.

[7] BCR 1248, cc. 3-66, La giusta stadiera de porporati dove s'intende la vita, nascita, adderenza, possibilità, ricchezza et offitii, dignità et cariche di ciaschedun Cardinale hoggi vivente et ivi s'intenderà anco le loro virtù e vitii, meriti et demeriti. Le biografie che appaiono esser state largamente o interamente rifatte rispetto alle originali sono quelle - forse non a caso poste tutte nella parte finale della scrittura - di Carlo Rossetti, Fausto Poli, Francesco Ceva, Giovanni de Lugo, Gio Stefano Donghi, Paolo Emilio Rondanini, Vincenzo Costaguta, Carlo de Medici, Baldassarre de Sandoval. Leggile in ga238n, ga221n, ga226n, ga240n, ga236n, ga233n, ga231n, ga248n, ga250n.

[8] BUG, E.V.29, Stadiera de porporati o sia Vite de Cardinali. MS. Dedicate a Sua Alt. Sereniss. il Signor Duca NN. In Roma 1650. La dedica, datata 20 febbraio 1650, comincia: “Serenissimo Prencipe, non hebbi mai consolatione maggiore...”; leggila in nota a Giusta statera p. A3r. Abbiamo visto che il manoscritto marciano del 1655 reca una versione della Statera databile verosimilmente al gennaio del 1650, e cioè un mese prima di quello genovese. Azzardo l'ipotesi che possa essere il «manoscritto [...] indirizzato a Vostr'Altezza» di cui si parla in questo. Mattia de Medici potrebbe essere dunque dedicatario e commitente di entrambi.

[9] La giusta statera de’ Porporati dove s’intende la vita, la nascita, adherenza, possibiltà, richezze, offitii, le dignità, le cariche di ciascun cardinale hoggi vivente et ivi s’intenderà anco le loro virtù, meriti, e demeriti, con l’aggionta delli penultimi sei cardinali promossi da Innocentio X, l’anno 1648 [sic, ma la promozione di cui si parla è del 7 ottobre 1647], Genevra, s.t., 1650, in 12°. L’esemplare che utilizzo e che riproduco qui di seguito è quello che si conserva nella BNF, visto anche da Spini 1983, pp. 230-231. Nel volume a stampa alla Statera segue, con la stessa numerazione a pagine, il Ricorso di Pasquino ad Appollo contro D. Olimpia et la correttione di Appollo fatta al papa, (pp. 261-300) e, nell'esemplare di Firenze, ma con altro frontespizio, Il Parlatorio delle monache, Nella Stamparia di Pasquino, 1650. Il Parlatorio, manca in altri esemplari, per es. in quelli della Casanatense e della Bibliothèque Nationale de France. La data del 13 maggio 1646 presente in alcune versioni manoscritte della Giusta statera nel volume a stampa diventa (un refuso?) 13 maggio 1648. Ciampi, p. 398 cita una edizione del 1656 e attribuisce l’opera, assieme al Ricorso, al Parlatorio delle monache e alle Carte parlanti, a un fantomatico Pietro Bruni. Ciampi, però, si riferisce quasi certamente a una copia della Casanatense che credo non abbia mai avuto modo di vedere e di cui si è limitato a riportare le indicazioni (sbagliate) del supplemento manoscritto del catalogo Audiffredi (ora consultabile on line: http://cataloghistorici.bdi.sbn.it/) dove sotto il nome di Pietro Bruni Aretino (e cioè l’Aretino: Bruni è probabile effetto di trascinamento di Leonardo Bruni Aretino che precede immediatamente) sono effettivamente elencate (assieme ad altre opere di Aretino, come le Lettere, i Ragionamenti ecc.) e, con la data del 1656, le opere indicate da Ciampi, che però nell’inventario (nn. 398, 399 e 400) risultano già smarrite al momento del passaggio della biblioteca allo Stato e cioè prima della pubblicazione del libro di Ciampi. La Casanatense conserva effettivamente una copia della Giusta statera, registrata nel catalogo a schede sotto il nome del Leti, ma con la data del 1650 e non del 1656. Ringrazio le bravissime funzionarie della Casanatense e in particolare la dottoressa Isabella Ceccopieri che con molta pazienza mi hanno aiutato a risolvere questo ed altri problemi. A Spini (p. 231 n.) non era sfuggito che nell’attribuzione della Giusta statera, delle Carte parlanti, del Ricorso e del Parlatorio a un ignoto Pietro Bruni c’era qualcosa che proprio non andava.

[10] La iuste balance des cardinaux vivans, dans laquelle la principale partie de leurs actions, leur naissance, leurs interests, leurs puissances, leurs richesses, leurs charges & dignitez, leurs vertus, merites & defauts sont representez: distinguez en IV parties, sous les Papes Paul V. Gregoire XV. Urbain VIII. Innocent X. Traduit de l’Italien imprimé à Rome 1650. Augmenté de la Table des matieres, de la liste des Cardinaux, de leurs qualitez et armes, A Paris, chez Edme Pepingué [...], M.DC.LII (ma finito di stampare il 29 dicembre 1651). Non so immaginare a che cosa ci si volesse riferire con l'espressione «les deux impressions de ce livre depuis l’an 1648»: forse, oltre alla edizione originale, a una sua traduzione. La Giusta statera ha avuto infatti diverse traduzioni: nei Paesi Bassi nel 1651, in Francia nel 1652 e nel 1655, in Germania nel 1658, in Inghilterra nel 1653 e nel 1660 (The scarlet gown, or the history of all the present cardinals of Rome. Wherein is set forth the life, birth, interest, possibility, rich offices, dignities and charges of every cardinal now living: Also their merits, vertures and vices. Together with the cariage of the Pope and Court of Rome. Written originally in Italian, and translated into English by H. C. Gent, London, Humphrey Moseley, 1653 è incluso nella serie Early English books online). Cfr. Barcia 1981, pp. 16 e 544.


Claudio Costantini

Fazione Urbana

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Indice
Premessa
Indice dei nomi
Criteri di trascrizione
Abbreviazioni
Opere citate
Incipit

Fine di pontificato
1a 1b 1c 1d 1e 1f 1g 1h 1i 1l 1m

Caduta e fuga
2a 2b 2c 2d 2e 2f 2g 2h

Ritorno in armi
3a 3b 3c 3d 3e 3f 3g 3h 3i

APPENDICI

1

Guerre di scrittura
indici

Opposte propagande
a1 a2 a3 a4 a5 a6 a7
Micanzio
b1 b2 b3 b4 b5
Vittorino Siri
c1 c2 c3 c4

2
Scritture di conclave
indici

Il maggior negotio...
d1 d2 d3 d4 d5 d6 d7
Scrittori di stadere
e1 e2 e3
A colpi di conclavi
f1 f2 f3 f4 f5 f6

3
La giusta statera
indici

Un'impudente satira
g1 g2 g3 g4 g5
L'edizione di Amsterdam
Biografie mancanti nella stampa

4
Cantiere Urbano
indici

Lucrezia Barberini
h1 h2
Alberto Morone
i1 i2a i2b i2c i2d
i2e i2f i2g i2h
i3 i4

Malatesta Albani
l1 l2


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